Caravaggio, teatro al Pio Monte tra buio e verità

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quadreriaSi alza il sipario: l’Associazione Culturale NarteA e l’Istituzione del Pio Monte della Misericordia presentano “Merisi – Le verità dal buio”, inedito spettacolo itinerante in scena a partire da sabato 13 e domenica 14 giugno 2015 (ore 19:00 e ore 20:30) negli ambienti del Pio Monte della Misericordia, in particolare le sale della Quadreria e la Chiesa barocca progettata dal regio architetto Francesco Antonio Picchiatti. Qui, si potrà ammirare il capolavoro “Le Sette Opere di Misericordia” del Caravaggio ed altre opere di pittura e scultura tra le più alte testimonianze del naturalismo napoletano. In questi luoghi si rivivranno le atmosfere seicentesche dell’epoca in cui Merisi arrivò a Napoli e fu realmente ricevuto negli spazi dell’antichissima istituzione benefica partenopea. Testi di Febo Quercia per la regia dell’autore e di Antimo Casertano. Il cast è composto dagli attori professionisti Raffaele Ausiello, Antimo Casertano, Annarita Ferraro, Andrea Fiorillo, Antonio Perna, con la partecipazione di Matteo Borriello. Costumi di Antonietta Rendina. “Merisi – Le verità dal buio” è uno spettacolo itinerante capace di catapultare il pubblico nella storia del più grande pittore del Seicento, Michelangelo Merisi: un secolo cupo di violenze e lotte politiche, in cui l’arte si intreccia alla religione e al pensiero, senza disdegnare la cruda verità della vita reale. Attraverso questa rievocazione storica, ambientata nel periodo napoletano dell’artista, al Pio Monte della Misericordia prende vita un’esibizione teatrale che non vuole essere un elogio del “genio”, ma una rappresentazione dell’uomo de Le Sette Opere di Misericordia e del suo tormento, che ne ha rivelato sui dipinti la grandezza artistica. Il lavoro teatrale sviscera non solo l’ingegnosità del pittore rivoluzionario, ma indaga la natura psicologica dell’uomo scomparso a Porto Ercole il 18 luglio del 1610. L’intento di rappresentare l’uomo e l’artista qual è stato il Caravaggio può essere senz’altro un azzardo. Un pittore che la storia ha consegnato come immorale, assassino e folle ma anche geniale, profetico e rivoluzionario. Una città di Napoli che all’epoca, oltre ad essere la più popolosa e vitale d’Europa con 270.000 abitanti (contro gli appena 100.000 di Roma), era il fulcro di uno dei più importanti vice regni “europei”, ossia il vice regno spagnolo di Juan Alfonso Pimentel de Herrera. Un tempo scombussolato dall’eco della Controriforma, quando si poteva essere imprigionati, torturati e condannati a morte per semplici reati di opinione. Bastava avere idee diverse da quelle delle gerarchie ecclesiastiche per andare incontro ad accuse, processi e morte. Casi emblematici furono le note vicende di Giordano Bruno e di Galileo Galilei. Diversa sorte toccò a Caravaggio che, grazie alla sua temerarietà e al suo talento, ottenne successo. Una fama immensa che contribuì a procurargli anche molti nemici. Audace e innovativo nel decidere di ritrarre nelle vesti della Madonna una delle prostitute più note di Roma. Eppure le sue scelte artistiche furono dettate solo dal gusto della provocazione o suggerite invece da un intento sottile? Mettere in luce i suoi limiti, la sua originalità creativa, la sua volontà di mediare tra l’arte e la realtà, il suo possibile disturbo bipolare, ribaltando un cliché che vuole Caravaggio soltanto artista folle, perseguitato e tenebroso, è certamente tra i propositi di “Merisi – Le verità dal buio”.