Coronavirus, gli effetti sul mercato immobiliare

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in foto Fabiano Testa

Fabiano Testa, esperto di investimenti immobiliari: “Ripresa lenta. Il mercato italiano più in difficoltà”

L’onda del Coronavirus ha iniziato a lambire anche le coste del mercato immobiliare. In realtà il fenomeno ha colpito il settore già da qualche settimana, ma adesso ci si interroga soprattutto su quali saranno gli effetti temporanei e più duraturi sul mercato globale ed italiano. “Ci vorrà del tempo per valutare l’impatto del virus sull’economia immobiliare – spiega Fabiano Testa, consulente immobiliare internazionale. – In particolare, il mercato delle compravendite non vive di immediatezze, per cui non è possibile individuare i risultati a breve termine dell’impatto del Covid-19, ma come in tutti i periodi di crisi ci saranno anche da cogliere occasioni buone. Diverso, invece, il discorso relativo al mercato degli affitti, che ha vissuto una brusca frenata, iniziata già nelle scorse settimane con l’annullamento di molte prenotazioni, o di contratti a breve-medio termine. In percentuale siamo oltre il 70% di cancellazioni per gli affitti fino a 3 mesi e intorno al 25%-30% per quelli a medio termine”. Tutto questo senza contare le incertezze dovute a chi non potrà pagare gli affitti in essere, perché ha perso il lavoro o vive una situazione di difficoltà.
Per quanto riguarda, più in generale, il mercato, molti hanno disdetto una prenotazione fissata per motivi di studio, di stage o di lavoro, mentre altri hanno dato vita ad un fenomeno inverso, che vede crescere leggermente la domanda di affitti temporanei relativa ad immobili più grandi e confortevoli, dove passare l’isolamento.
Per quanto riguarda gli affitti per vacanze, invece, la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali, ha sottolineato nei giorni scorsi che per il mercato italiano si sono registrati cali fino all’80% nelle prenotazioni dei soggiorni, mentre le compravendite sono ferme. Alla luce di questa situazione, la domanda adesso è come (e quando) riprenderà il settore, oltre a capire quale sarà il vero cambiamento. “Un ruolo determinante per la ripresa dell’intero comparto lo avrà sicuramente il digitale – spiega Fabiano Testa. – La spinta sui nuovi strumenti digitali aiuterà ad uscire prima e meglio dalla crisi. Molti strumenti moderni, usati oggi solo dai professionisti degli affitti brevi e da giganti come Airbnb o Booking, già consentono di prenotare alloggi e avviare transazione sicure a distanza. La vera svolta sarà estendere queste opportunità anche al mercato delle compravendite. Questa crisi ci sta insegnando infatti che l’e-commerce e la digitalizzazione dell’offerta rappresentano il futuro per tanti settori produttivi e quello immobiliare non può esserne esente. Chi sarà in grado di sfruttare questo enorme potenziale, riuscirà ad uscire prima dalla crisi, grazie a nuove opportunità. Il mercato italiano, in questo senso, farà più fatica perché di tipo tradizionale, ovvero si basa molto su piccole realtà locali e funziona ancora troppo sul passa parola. Per questo motivo il cambiamento riguarderà inizialmente i grandi gruppi internazionali, che hanno a disposizione più mezzi e risorse. Per le compravendite, infine, penso che in una prima fase ci sarà una riduzione di transazioni e prezzi, dovuta all’incertezza degli uni o la necessità di altri di vendere immobili per mancanza di liquidità o, semplicemente, per paura. In questi casi non mi sorprenderei nel vedere offerte più basse anche del 20% rispetto al reale valore dell’immobile. La casa è ancora considerata un bene rifugio, per questo il mercato offrirà buone opportunità a chi potrà investire e, dopo una prima fase di incertezza, inizierà la ripresa soprattutto nelle grandi città. In ogni caso un ruolo fondamentale lo avranno i consulenti, sia per consigliare chi vorrà vendere, sia chi vorrà investire. Lo abbiamo già visto dopo la crisi economica del 2008, dove molte società di consulenza immobiliare hanno incrementato il loro volume di affari”. Infine, un consiglio per i professionisti del settore: “sarà necessario essere flessibili e aperti a nuove opportunità e destinazioni – conclude Testa – perché in questo scenario è impossibile fare previsioni sulle ricadute economiche. Flessibilità significa anche diversificazione dell’offerta. Le agenzie che trattano solo vendite o affitti, esclusivamente all’interno di un territorio ristretto, dovranno necessariamente allargare il loro raggio d’azione, anche fuori dai confini territoriali”.