I Can’t Breathe!

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Esistono varie distinzioni tra le persone: c’è chi è ricco e chi povero, chi è fortunato o sfortunato, bello o brutto, colpevole o innocente, simpatico o antipatico, e altre molte differenze che rappresentano il genere umano. In questi giorni, il 27 maggio, è apparso un video su internet che ha violato una delle distinzioni più importanti per la sopravvivenza, quella tra la finzione e la realtà.
La prima, la finzione, la troviamo generalmente nei film; la seconda, la realtà, è rappresentata dai fatti che accadono, per lo più rappresentati da norme, limiti ed etica.
Il video in questione, ambientato in Minneapolis, è interpretato da un poliziotto e da un ragazzo di colore. Quest’ultimo è stato ucciso dalla guardia tramite una tecnica di soffocamento, in mezzo alla strada, mentre implorava aiuto fino al suo ultimo respiro.
Sarebbe stato perfetto per la scena di un film drammatico, ma in purtroppo la sequenza fa parte della seconda categoria, la realtà: il giovane si chiamava George Floyd, e in questo caso non esistono parole per descrivere l’evento. È quando guardi queste cose che inizi a chiederti: ‘’cosa può accadere di peggio’’? o addirittura: ‘’ma il mondo è veramente questo?’’.
Prima parlavo di distinzioni. Ci sono quelle che fanno funzionare le relazioni in quanto costruttive e capaci di creare un equilibrio nel pianeta e quelle che invece sono disfunzionali come le forme razziali che creano caos, odio e disprezzo tra gli esseri umani.
È impensabile dover definire concetti così semplici nel ventunesimo secolo e ancor più non saperli interpretare. La nostra salvezza non include necessariamente l’essere informati su qualcosa ma nel fare la cosa giusta, perché il dolore lo si percepisce a pelle e basterebbe semplicemente evitarlo per essere certi di non sbagliare.
Sicuramente George Floyd meritava di vivere.
I Can’t Breathe.