Il terremoto non frena Tokyo, la sterlina sugli scudi

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Il punto della mattinata. Borsa italiana in forte progresso, è la migliore in Europa. Questi infatti, al momento della scrittura, gli indici di riferimento: il Ftse Italia All-Share segna +1.14%, Ftse All-Share Capped +1.80%, Ftse Mib +1.92%, Ftse Italia Mid Cap +1.21%, Ftse Italia Small Cap +0.56%, Ftse Italia Star +0.62%, Ftse Aim Italia -0.38%. 
In rialzo anche le principali Borse europee: il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,6%, il Cac40 di Parigi lo 0,8% e il Ftse100 di Londra lo 0,7%. Sul fronte societario forti acquisti sul comparto minerario.

Il rendimento del Bund decennale scende di 4 bp allo 0,24%, quello del BTP scende di 8 bp al 2,00% (-8 bp anche per il Bono all’1,54%). Lo spread scende di 4 bp a 176.
Bancari Italia in netto recupero: il FTSE Italia Banche segna +2,6%, l’EURO STOXX Banks +0,9%. Molto bene Intesa Sanpaolo (+2,9%) grazie alle indiscrezioni raccolte da Reuters: due fonti vicine alla vicenda hanno riferito che la banca ha avviato trattative in esclusiva con IDeA FIMIT per la vendita di immobili del valore di circa 500 milioni di euro. Guadagnano terreno anche UniCredit (+2,3%), BPER (+2,8%) e Mediobanca (+2,7%).

Avvio di seduta scoppiettante per Enel (+3,2%) in scia all’annuncio del piano strategico 2017-2019 che in giornata sarà presentato ai mercati finanziari e ai media. Il piano aggiunge la digitalizzazione e l’attenzione al cliente accanto ai principi fondamentali presentati lo scorso anno.

A catalizzare gli acquisti sono però il buy-back fino a 2 miliardi di euro, che sarà presentato all’assemblea nel 2017, e l’incremento del pay-out al 65% sull’utile netto ordinario consolidato dell’esercizio 2017, rispetto al 60%, e al 70% sull’utile netto ordinario consolidato degli esercizi 2018 e 2019, rispetto al 65%. Previsto un dividendo minimo di 0,21 euro per azione sui risultati dell’esercizio 2017.

Forex

 

Ieri l’S&P 500 ha fatto registrare un nuovo record, chiudendo ai massimi storici e superando il record che aveva fissato il 23 agosto di quest’anno. L’indice blue chip lunedì ha chiuso a 2.198 punti: gli investitori continuano a festeggiare l’elezione di Donald Trump, ma non sono riusciti a violare la resistenza simbolica dei 2.200 punti. 
A rimorchio, le borse asiatiche hanno seguito l’esempio di Wall Street, con l’indice composito di Shanghai in rialzo dello 0,94% e l’Hang Seng di Hong Kong balzato dell’1,51%. 
In Giappone, il Nikkei e il Topix sono saliti marginalmente nonostante il terremoto di magnitudo 7,4 che ha fatto scattare l’allarme tsunami. Entrambi gli indici hanno chiuso in territorio positivo, il primo ha guadagnato lo 0,31%, il secondo lo 0,32%. 
A muoversi in territorio negativo sono stati invece i titoli neozelandesi; l’indice S&P/NZX ha ceduto lo 0,48%, scendendo a 6.816,40 punti.

Sul forex, gli investitori fanno fatica a trovare nuove motivazioni e l’USD rimane in territorio di ipercomprato. Nelle negoziazioni notturne l’EUR/USD è scivolato dello 0,15% dopo aver guadagnato lo 0,30% lunedì. 

Continuiamo a credere che a breve la coppia correggerà al rialzo. Tuttavia, l’imminente riunione della BCE (8 dicembre) probabilmente impedirà agli operatori di ricaricare i lunghi in EUR.  

Nella notte lo yen giapponese è rimasto stabile, nonostante il terremoto. All’avvio della seduta asiatica l’USD/JPY è sceso a 110,27 per poi risalire a 111,24 con i primi scambi in Europa. 

La sterlina britannica in mattinata si è stabilizzata dopo che ieri ha guadagnato l’1,40% sulla scorta dell’annuncio del primo ministro Theresa May, che ha promesso di abbassare le imposte sul reddito delle società, portandole molto probabilmente sotto il 15%. Il brusco apprezzamento della sterlina contro gran parte delle altre valute è stato quasi immediato. La coppia GBP/USD è risalita a 1,25, mentre l’EUR/GBP crollava a 0,8495, livello minimo da metà settembre.

  

Borse asiatiche

Mercati asiatici sui massimi dell’ultima settimana dopo la solida performance di Wall Street e grazie al costante apprezzamento del greggio, in progresso fino all’1% in Asia su indebolimento del dollaro e aspettative per un taglio all’output da parte dell’Opec. Lunedì i corsi del petrolio avevano segnato un balzo del 4% ai massimi delle ultime tre settimane dopo che il presidente russo Vladimir Putin aveva dato fiato alle speranze che nel meeting di settimana prossima l’Opec riesca a implementare il tetto alla produzione annunciato in settembre.

L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato un progresso dell’1,30% grazie soprattutto al balzo di Sydney. Sul fronte delle materie prime, infatti, oltre al petrolio anche il rame è in deciso progresso (guadagna quasi il 2% a Londra) e l’oro continua nel suo recupero. Notizie che hanno spinto in rally i titoli del settore in Australia (Bhp Billiton e Santos hanno guadagnato quasi il 4%), permettendo all’S&P ASX 200 di segnare un incremento dell’1,16% in chiusura. V

a in recupero anche in Seoul, con il Kospi che, dopo la lunga striscia di sedute in negativo registrate soprattutto a causa della crisi politica, guadagna lo 0,89% al termine delle contrattazioni.

Contrastata invece la seduta di Tokyo, a causa del terremoto che ha colpito non lontano da Fukushima (luogo del disastro nucleare del 2011). Rientrati però l’allarme-tsunami e i timori per le centrali nucleari della regione, la piazza nipponica ha recuperato le perdite iniziali (mentre lo yen ha eroso l’apprezzamento di circa mezzo punto percentuale sul dollaro di avvio seduta) e il Nikkei 225 è rimasto in bull market chiudendo in progresso dello 0,31% (performance simile per l’indice più ampio Topix, che si apprezza dello 0,32%). 
La seduta è ampiamente positiva anche per le piazze cinesi: Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano infatti lo 0,94% e lo 0,79% rispettivamente.

Bene anche lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,84% al termine delle contrattazioni. Fa ancora meglio l’Hang Seng di Hong Kong, che a circa un’ora dalla chiusura guadagna circa l’1,50% (è invece superiore al 2% l’apprezzamento dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Borsa Usa

La Borsa di New York macina nuovi record. Ieri ha chiuso la prima seduta della settimana (che sarà più corta a causa del Thanksgiving) in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,47%, l’S&P 500 lo 0,75% e il Nasdaq Composite lo 0,89%. Per tutti e tre gli indici si è trattata della chiusura più alta di sempre.  

I dati macro attesi oggi
Martedì 22 Novembre 2016

 

12:00 GB Indice CBI ordini industriali nov;

16:00 USA Vendite abitazioni esistenti ott;

16:00 EUR Indice fiducia consumatori flash nov.