Quando il tradizionale autolesionismo degli italiani è smentito da commentatori autorevoli, anche stranieri

Si apprende da fonti ufficiali, quindi attendibili, che il comportamento degli italiani nei confronti dei rifiuti, meglio per diversi di loro, sia connotato da indicatori decisamente migliori rispetto alla media dei corrispondenti paesi europei. Salvo verifiche più approfondite, sarebbero molteplici i comportamenti virtuosi messi in essere dagli italiani riguardo alle modalità di smaltimento di ciò che viene mandato nella pattumiera, da chiunque e ogni giorno. È a questo punto dell’approccio con l’argomento che è necessario fare una distinzione netta tra due aspetti del problema nel suo insieme. La premessa necessaria è una sola: un’operazione è quella del riciclo di quanto va a rifiuto, un’altra è quella del riutilizzo. Entrambe devono essere interpretate nel senso più corretto e funzionale dei modi. Riciclare è un procedimento con cui da scarti di diverso genere si ricavano prodotti nuovi, ben diversi dai materiali di risulta da cui provengono. Altrimenti andrebbero a finire in discarica, aggravando la situazione. Se così non fosse, a rifiuto finirebbero per il loro intero volume, creando non poche difficoltà ai soggetti preposti a evitare maggiori danni. Quindi, per quanto gli sarà possibile, userà comportamenti corretti, per far di tutto affinché essi contrastino l’eventualità che quella risulta possa diventare causa di maggiore inquinamento. Altrettanto deve essere talvolta previsto che, per effetto di combinazioni senza controllo, possano venire fuori anche focolai di infezioni imprevedibili. È da considerare con la dovuta attenzione che, nei territori dove operano quegli enormi sversatoi, è molto pericoloso l’utilizzo di quanto proviene dagli appezzamenti di terreno che li circondano. È la seconda delle ipotesi accennate, il riutilizzo di beni durevoli, che deve essere sgrossata, prima con l’ascia e poi con il bulino, per dare risultati validi. Una breve premessa è d’obbligo. Circa mezzo secolo fa, con la Ue come è ora tutta ancora da imbastire, anche per quanto concerneva lo smaltimento dei rifiuti di ogni genere, esisteva una diversità di trattamento più alta che mai. Un caso da manuale può essere definita la normativa che, nei primi anni ’80, Il Governo danese attivò, seguito a ruota da quello svedese e quello norvegese. La parte di quella legge che più attirò l’attenzione dei governi dell’ Europa centrale e del Sud fu la reintroduzione della clausola “a rendere” per la gestione delle bottiglie contenenti acqua, bibite o prodotti analoghi.Venne così fuori che quei contenitori potevano essere “turnati”, cioè riempiti e confezionati di nuovo per ritornare nei luoghi di consumo, mediamente 25 volte prima di essere distrutti e rielaborati. Quindi per Copenhagen non era valida la condotta di usare una sola volta quel contenitore, venduto con la clausola “a perdere”. La nuova situazione all’inizio sembrò bislacca, perché all’inizio degli anni ’60, sull’esempio di quanto stava accadendo negli Usa, di dare la possibilità di usare quel contenitore, proprio la Danimarca e i paesi che la circondano aveva dato inizio alla vendita con la clausola del “vuoto a perdere”. Il 90% del costo di una bottiglia di vetro è costituito dal valore dell’energia consumata. All’ inizio degli anni ’70 prese forma la prima Guerra del Golfo, cui si accodò in breve tempo la Prima Crisi Energetica.Fu così d’obbligo cambiare rotta. Molti degli oggetti che avevano imboccato la strada del contenitore “monouso” furono completamente riportate alle antiche fattezze. Accanto a esempi macroscopici come quello appena riportato, nell’ultimo periodo si sta assistendo al crescere di una tecnica di scambio tra consumatore e consumatore. Fin qui il lato positivo di quell’inversione di rotta; e la produzione ex novo, come si adatta a tale nuovo giorno, quella produzione? Non si adatta, ma si adegua producendo novità, quindi creando “nuovi oggetti del desiderio” che inneschino nuove opportunità di vendite. Non sarà certo una soluzione atta a far ripartire la domanda con caratteristiche del genere di quelle esistenti prima dell’inizio della serie nera che continua a scuotere il mondo. L’augurio è che, per quanto singolarmente influenzino poco il totale, l’insieme di tanti episodi minimi faccia da volano alla vera ripresa economica.