Quella cosa e le creature

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Togliete subito – per carità! – la politica dalle mani dei principianti. Sono una mina vagante. Capaci di provocare incalcolabili disastri, senza volerlo né rendersene conto. Credono di essere innovativi e avere idee sconvolgenti. Ma sono solo presuntuosi e incoscienti, come tutti i ragazzi. Che giochino pure. È nel loro diritto. Ma non con la vita di un popolo intero. Fino a poco tempo fa a scuola andavano accompagnati. Ora pretendono di dettarne le regole. Fanno le cose più insulse: si alleano con gli avversari e combattono gli alleati. Credono di essere più furbi degli adulti, com’è nella natura degli adolescenti. Ieri ce l’avevano con Cofferati, oggi con Marino, poi con Crocetta e con chiunque li contraddica. Il 50% degli italiani, che, giustamente, non sa per chi votare – la destra è imbarazzante quanto inquietante è questa sinistra – non si reca alle urne. Ma non è una soluzione. I parlamentari che dissentono lasciano incautamente il PD. Qualche responsabile, invece,  dovrebbe rimanere a sorvegliare il salone dei giochi. Come al parco, si formano i clan. Quello del capo è il più folto. Perché tutti vogliono vincere, non importa come. Gli elettori è come se non ci fossero. Esistono solo interessi personali. Stanchi della play station, adesso si trastullano con la Costituzione. Provano a cambiarla a loro convenienza – almeno così credono – illudendosi che il 40,8% sia la loro dotazione naturale di consensi. Se, poi, malauguratamente vincessero gli intransigenti e gli intolleranti, potranno fare del paese ciò che vogliono. Perché, a quel punto, non ci saranno più i contrappesi a tutela della democrazia e delle libertà individuali. Ma i ragazzi questi concetti non possono capirli.

Così imparano a sbarcare in Italia

Di questo passo ci vorranno vent’anni per restituire il lavoro a tutti. Un’altra generazione senza diritti né libertà, senza prospettive future né possibilità di sognare. La vita sarà un incubo per milioni di giovani e adulti. Altrove stolti kamikaze preferiscono uscirne prima. La previsione del Fondo Monetario è calcolata sui parametri di oggi. Cioè, se l’Italia continuasse  a procedere con la stessa andatura, se il governo con le sue inique riforme rimanesse uguale o analogo, se persisteremo nella mancanza di idee per investimenti produttivi, se continueremo a non aggredire evasione fiscale e corruzione, vivremmo in crisi per tutto questo tempo. Se la proiezione è giusta, è urgente cambiare il mazzo di carte con cui stiamo giocando. Se dopo l’incauto ricambio generazionale ci troviamo in questo stato, chiamiamo Salvini o Casaleggio. Riabilitiamo gli interdetti. Chiediamo la consulenza di Riina. Invochiamo un colpo di stato di Confindustria. Meglio ancora, emigriamo tutti. Lasciamo questo paese, destinato allo sfascio, ai clandestini e ai profughi che ci infastidiscono e ci rubano il lavoro. Sarà anche un modo convincente per farli tornare a casa loro, dove prevaricazioni e terrore dureranno certamente meno di vent’anni.

Caro Dottor Marino,

nella sua nobile professione non bisogna mai arrendersi. Salvare più vite possibile è la missione. In politica, invece, è tutto l’opposto. Quindi, non sempre è onorevole vincere. Talvolta – come nel suo caso – è più dignitoso abbandonare. Nell’arte medica lei è sostenuto dal sapere, dalla coscienza dei suoi collaboratori, che hanno gli stessi principi morali, da un paziente che lotta per sopravvivere. In politica le sorti del paese sono un problema secondario. Non interessano neppure gli stessi cittadini, che, poi, però, si lamentano. Lei ha fatto il giuramento di Ippocrate. Questi hanno sottoscritto il Patto del Nazzareno di cui non conosciamo il contenuto perché loro stessi si vergognano di rivelarlo. Essendo anche vigliacchi, fingono di darle una mano, ma, in realtà, cercano di farle lo sgambetto. Perché lei è diverso. Non sarà efficiente, ma è una persona perbene. Non è uno di loro. È un intruso della politica, che incute soggezione. Per di più, a sceglierla sono stati i cittadini, non designato dal potere. Siccome, pur professandosi cattolici, sono sleali e bugiardi, daranno la colpa a lei di un disastro da loro architettato. Non si sa perché – è impossibile, infatti, interpretare una logica così perversa – il PD ha interesse di regalare Roma, come due mesi fa la Liguria e tra poco la Sicilia. Lei non può farci nulla. Sono tutti d’accordo nello sporcare la città e darne la responsabilità a lei. Ringrazi il Cielo se non hanno ancora attivato la macchina del fango. Possono inventare le cose più turpi alle quali purtroppo tutti crederanno, più che ai magistrati. Perché anche molti di noi oggi sono sporchi. E così vorremmo vedere tutti gli altri. Saranno capaci di chiederle conto delle indebite assunzioni fatte da Alemanno. Salvare la città adesso spetta ai romani, non più a lei. Con la cocciutaggine dell’esaltato, lei ha già fatto molto più di quanto fosse umanamente possibile.