Fondo sanitario: in Consiglio il primo scontro De Luca-Caldoro

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Si consuma nel giro di venti minuti, davanti alla quasi totalalità dell’Assemblea regionale campana, il primo vero scontro tra il presidente, Vincenzo De Luca, e l’ex governatore, Stefano Caldoro. Oggetto del contendere la posizione della Regione rispetto alla ripartizione del fondo sanitario nazionale dopo le accuse lanciate da Caldoro al nuovo esecutivo di “incapacità e insipienza“. L’esponente di centrodestra le illustra prima della seduta di Consiglio ai cronisti, carte alla mano, spiegando che per “insipienza della Giunta De Luca la Campania ha già perso 180 milioni strutturali per il riparto nazionale della sanità“. Il tutto, nella ricostruzione di Caldoro, perché la regione non si è presentata alla Conferenza indetta sul tema il 2 luglio scorso “cancellando in una notte i risultati di una battaglia che avevamo fatto per anni“. Questo perché, in concreto, già a partire dall’anno in corso, secondo quanto sostiene Caldoro, “nella ripartizione del fondo nazionale per la sanità, verranno di nuovo presi in considerazione i criteri sull’anzianità della popolazione“. Fattore che, in dal 2000 con la prima giunta Bassolino, penalizza la Campania, regione più giovane d’Italia. Il rammarico di Caldoro è soprattutto dovuto al fatto che la sua giunta si era spesa molto mentre il nuovo esecutivo “ha fatto come i gamberi, sono tornati indietro“. La reazione di De Luca è stata netta e dura. “Ho scritto a Roma e mi è stato risposto che non c’era nessuna riunione. Mi hanno detto che si deve ancora svolgere. Quindi quello che l’ex presidente ha detto, armato di tablet, era una palla. Pensasse invece a quello che ha combinato con i fondi europei portando a possibile rischio di dissesto tanti comuni della Campania dopo aver proceduto con progetti di accelerazione della spesa“. “Io mi considero un guerriero pacifico – la sottolineatura politica – e se l’opposizione vuol collaborare mi va bene. Ma se invece si fa un accordo (la settimana scorsa, ndr) e oggi si viene in aula e lo si rinnega… io dico che sono contento di dover usare la sciabola“.