Settore cruise, accordi in Cina per Fincantieri

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A cura di Antonio Arricale Fincantieri, società italiana leader nella costruzione di navi da crociera, ha firmato due memorandum d’intesa, rispettivamente con Carnival Corporation, la A cura di Antonio Arricale Fincantieri, società italiana leader nella costruzione di navi da crociera, ha firmato due memorandum d’intesa, rispettivamente con Carnival Corporation, la più grande compagnia crocieristica al mondo, e con China CSSC Holdings Limited, controllata di CSSC (China State Shipbuilding Corporation), il maggiore conglomerato cinese di settore, che opera in diversi comparti della cantieristica. Questi accordi – che alcuni hanno definito di portata storica – sono volti ad esplorare la possibilità di una joint venture nelle costruzioni navali nel settore cruise per il mercato cinese, che si configurerebbe come una collaborazione trilaterale senza precedenti per la realizzazione delle prime navi da crociera mai costruite in Cina. Più in particolare, Fincantieri lavorerà con CSSC per sviluppare la capacità cantieristica della Cina nel comparto crocieristico. Infatti, sulla base della propria esperienza come uno dei più grandi cantieri navali al mondo, Fincantieri fornirà servizi specialistici e componentistica a supporto dei cantieri di CSSC. Carnival invece, lavorando con CSSC e Fincantieri, contribuirà con la propria esperienza a creare una vision, la definizione e le specifiche per le navi che saranno costruite in Cina. Il Ministero Cinese dei Trasporti (MOT) prevede che la Cina sarà nei prossimi anni il secondo mercato crocieristico al mondo dopo gli Stati Uniti, sulla spinta della crescita economica, dell’incremento del potere d’acquisto dei consumatori cinesi e della domanda interna in questo settore. La Cina potrebbe contare 4,5 milioni di passeggeri entro il 2020, secondo le stime del MOT, ed è possibile che grazie a questo trend diventi il primo mercato in assoluto. Le potenziali collaborazioni come quelle tra Fincantieri, Carnival e CSSC, sono volte a supportare le politiche di espansione nel settore crocieristico del MOT e l’aumento di tutto il turismo in Cina. Borse asiatiche Tutti segni più tra le principali Borse asiatiche, trainate dalla decisione della Banca Centrale cinese di iniettare fondi nell’economia. Secondo rumors di stampa, infatti, la People’s Bank of China avrebbe acquistato 50 miliardi di yuan di titoli a medio termine per sopperire alla carenza di liquidità del sistema finanziario. Ultima seduta dell’ottava in leggero rialzo, per la Borsa di Tokyo, in scia alla chiusura positiva di Wall Street. L’indice Nikkei ha fermato le lancette a 17.357,51 punti, mostrando un moderato progresso dello 0,33%, mentre l’indice Topix ha registrato un +0,18% a 1.400,18 punti. Una settimana decisamente intensa per il Giappone: martedì il premier Shinzo Abe ha annunciato elezioni anticipate dopo lo shock recessione e il rinvio del nuovo aumento dell’Iva. Tra le altre piazze che hanno già chiuso le contrattazioni, Seul avanza dello 0,35%, Taiwan dello 0,14%. Bene anche le borse ancora aperte, al momento della scrittura, con Hong Kong che sale dello 0,58%, Shanghai che vola dell’1,38%. Bangkok segna un +0,47%, Singapore un +0,81. In contro tendenza Kuala Lumpur, che lascia sul parterre lo 0,87%, mentre Jakarta è piatta. Borsa Usa Wall Street ha archiviato la penultima seduta della settimana in territorio positivo. Dopo un avvio debole la Borsa di New York ha recuperato terreno sull’onda di alcuni dati macro migliori delle attese, tra cui il Philly Fed che è balzato a 40,8 punti a novembre dai 20,7 punti di ottobre. L’indice Dow Jones e l’S&P 500 hanno registrato una crescita rispettivamente dello 0,19% a 17.719 punti e dello 0,20% a 2.052,75. Il Nasdaq Composite ha invece archiviato la seduta in rialzo dello 0,56% a 4.701,87 punti. Europa Le borse europee hanno archiviato la seduta in ribasso, appesantite dai deludenti dati sulla manifattura dell’Eurozona, dove a novembre il Pmi è sceso a 50,4 punti mancando le attese degli analisti ed evidenziando il ritmo di crescita più debole degli ultimi 16 mesi. Peggiori delle previsioni anche i dati di Francia e Germania. Una situazione che alimenta le aspettative per un intervento più deciso da parte della Bce, soprattutto alla luce delle parole di Mario Draghi di questa settimana. Si è salvato solo il Dax che a Francoforte ha guadagnato lo 0,12% a 9483,97 punti. Mentre il parigino Cac40 ha perso lo 0,75% a 4.234,21 punti, il londinese Ftse100 è arretrato dello 0,26% a 6.678,9 punti mentre a Madrid l’Ibex35 ha mostrato un ribasso dell’1,62% a 10.209,2 punti. Italia Piazza Affari ha chiuso in ribasso, ieri. Nel corso della seduta l’indice Ftse Mib ha toccato un minimo di 19.036 punti per poi chiudere con un ribasso dello 0,88% a 19.209 punti. Il parziale recupero è coinciso con l’uscita di alcuni dati statunitensi migliori delle attese. In particolare le vendite di case esistenti ad ottobre sono cresciute ad un tasso annuo di 5,26 milioni di unità, massimo da settembre 2013, mentre il superindice economico è aumentato in ottobre dello 0,9 per cento. Le vendite hanno colpito i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 3,37% a 9,885 euro, Montepaschi il 2,15% a 0,659 euro, Popolare di Milano il 2,49% a 0,546 euro, Intesa SanPaolo l’1,57% a 2,254 euro, Ubi Banca il 2,49% a 5,66 euro, Unicredit l’1,53% a 5,47 euro. In rosso la galassia Enel: il titolo della casa madre ha perso il 2,11% a 3,614 euro, mentre la controlla Enel Green Power ha lasciato sul parterre l’1,60% a 1,845 euro. Restando nel settore dell’energia Eni (-0,42% a 16,42 euro) è stata promossa questa mattina da Hsbc. Brillante invece Saipem (+2,79% a 13,25 euro) in scia al fermento che si è creato negli ultimi giorni nel settore delle aziende attive nei servizi petroliferi. Telecom Italia ha lasciato sul parterre l’1,04% a 0,904 euro alla vigilia dell’importante Cda che discuterà della strategia futura delle attività brasiliane. Mediaset (-0,46% a 2,982 euro) ha azzerato i guadagni della prima parte di seduta quando il titolo del Biscione aveva sfruttato la promozione arrivata da Mediobanca.


I dati macro attesi oggi Venerdì 21 novembre 2014 L’agenda macroeconomica della giornata non presenta market mover di particolare rilievo. In mattinata è atteso l’intervento del governatore della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, a Francoforte.