Storia d’Alfredo l’ingegnere napoletano che volle incantare la Grande Mela

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In seguito ad una seduta spiritica in Cappella Sansevero, nel 1944, verrà strappato dall’oblio un corpus di lettere che narrano una storia individuale per la sua specificità, ma allo stesso tempo collettiva, nel racconto del fenomeno dell’emigrazione ad inizio secolo. Protagonista è Alfredo, giovane ventiquattrenne, che lascia il suo lavoro da ingegnere e la sua amata Napoli per inseguire un sogno, quello di diventare un artista apprezzato oltreoceano. Presentato ieri, martedì 10 maggio, nella storica sala in stile liberty del Caffè Gambrinus, “Tales from New York” (Rogiosi Editore) è frutto del lavoro di squadra nato tra Giampasquale Greco, curatore del testo e dottorando di ricerca in Storia dell’Arte presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II, Francesco D’Episcopo, autore della postprefazione al testo e docente di Letteratura italiana, critica letteraria e letterature comparate presso l’Ateneo federiciano e Herik Mutarelli, autore del racconto “Interferenze”.

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La materia del libro racconta, dopo più di un secolo, una storia vera, la vicenda umana di un giovane napoletano, Alfredo Viscardi. Il racconto si basa, infatti, sul ritrovamento, in seguito ad una seduta spiritica in Cappella Sansevero, nel 1944, di un corpus di lettere da parte di una discendente del Viscardi. L’epistolario riporta alla luce la storia di Alfredo e rilegge, attraverso di essa, l’emigrazione di massa che segnò l’Italia e in particolare il Mezzogiorno nei primi decenni del XX secolo. Protagonista è Alfredo, giovane ventiquattrenne, che lascia il suo lavoro da ingegnere e la sua amata Napoli per inseguire un sogno, quello di diventare un artista apprezzato oltreoceano. Rapito da un raptus di libertà e felicità finalmente si imbarca grazie all’aiuto e al sostegno economico del cugino Egildo e sarà proprio la fitta corrispondenza che intratterrà con questo caro parente l’unico legame con la terra natìa. Le lettere ci raccontano la sua vicenda personale fatta di incontri eccezionali e avventure, speranze e paure, sempre in bilico tra il desiderio di inseguire un sogno e la realtà che lo tormenta con tutta la sua miseria e le sue sofferenze. Le epistole ossessivamente analitiche, dalla precisione cronistica, da somigliare già da sole più che a delle lettere a tanti racconti in successione, con il loro linguaggio vivo che molto conserva della parlata napoletana, rappresentano un vero e proprio documento storico. Tra le righe sullo sfondo affiora la City agli inizi del novecento, una New York che ammalia e si manifesta in tutte le sue contraddizioni e che finisce inevitabilmente per contrapporsi nei ricordi del protagonista all’accogliente e materna Napoli.