Superbonus 110% e Fotovoltaico

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A seguito dell’emanazione della Legge di Bilancio 2020 sono stati allungati i termini per gli incentivi fotovoltaico. Questi importanti bonus per i pannelli solari sono attivi per tutto il 2021 presentando, però, delle scadenze differenziate per il 2022. In questo articolo vedremo tutte le caratteristiche dell’ecobonus fotovoltaico e come usufruirne.

Cos’è il bonus fotovoltaico?

Il Decreto Rilancio, oltre a introdurre il sismabonus, ha prolungato le scadenze degli incentivi sul fotovoltaico al 110%, in modo da aumentare il numero degli interventi di efficientamento energetico sulle abitazioni, dividendoli in trainanti (quelli principali) e trainati (quelli aggiuntivi).

Per quanto riguarda gli interventi trainati, è stato aggiunto il fotovoltaico con accumulo che, per godere del bonus al 110%, dovrà essere accompagnato da almeno un altro intervento considerato trainante come, ad esempio, l’installazione di un cappotto termico o di una pompa di calore. Entrambi dovranno permettere un salto doppio nella classe energetica.

Ciò significa che per usufruire del superbonus 110% sarà necessario comprendere, in un investimento più ampio, l’installazione di un impianto fotovoltaico.

A chi è rivolto?

L’offerta fotovoltaico 110% è rivolta alle persone fisiche, esterne all’esercizio dell’attività commerciale o di impresa, condomini, arti e professioni, cooperative di abitazione, istituti autonomi case popolari, associazioni sportive dilettantistiche e onlus.

È bene sapere che è possibile usufruire del bonus 110 fotovoltaico solamente per gli interventi effettuati su non più di due unità immobiliari, considerando, però, che rimangono le detrazioni per le operazioni effettuate sulle parti comuni dell’edificio. Non è obbligatorio essere proprietari o porre la residenza sul posto, dato che è necessaria solamente la disponibilità dell’immobile. Quindi risultano sufficienti sia il comodato d’uso, registrato regolarmente, sia il contratto di locazione.

Quali sono le scadenze?

In merito alle scadenze del fotovoltaico 110, il bonus pannelli solari è riconoscibile per le spese effettuate tra il 1° luglio 2020 e il 30 giugno 2022. Per gli edifici contenenti più nuclei familiari (tra 2 e 4), accatastati in maniera distinta e con proprietario unico o comproprietà tra persone fisiche, è prevista come ultima data di scadenza il 31 dicembre 2022, a condizione però che sia terminato almeno il 60% dell’intervento previsto entro il 30 giugno 2022. Un’altra eccezione riguarda gli istituti autonomi case popolari, ai quali è attribuito il 30 giugno 2023 come ultima scadenza, con il 60% dei lavori entro il 31 dicembre 2022.

Documentazione necessaria

Per accedere ai benefici relativi all’ecobonus fotovoltaico bisogna adempiere a una serie di passaggi burocratici, che richiedono la collaborazione di determinate figure professionali. Fortunatamente, le spese relative ai servizi delle suddette figure professionali sono comprese nelle detrazioni fiscali.

Per quanto riguarda la documentazione necessaria vi è innanzitutto il visto di conformità, che viene rilasciato dal CAF e dai commercialisti in vista della richiesta del fotovoltaico 110% e cessione del credito. Poi, è richiesta l’asseverazione, un particolare documento che attesta l’idoneità degli interventi e che viene rilasciato da un tecnico abilitato. Infine, risulterà necessario l’Attestato di Prestazione Energetica per certificare il miglioramento della classe energetica dell’edificio. Questo certificato andrà presentato sia ad inizio lavori che alla loro conclusione.

Quali interventi sono necessari?

Oltre ai tipici lavori di installazione dei pannelli fotovoltaici, sono compresi anche quelli volti al godimento degli incentivi pannelli solari. Infatti, come già accennato in precedenza, è necessaria l’esecuzione contestuale di interventi trainati e trainanti.

Se si decide di installare una nuova pompa di calore ibrida, è possibile adattare quest’ultima all’impianto già esistente occupando uno spazio poco più grande rispetto alle classiche caldaie a condensazione in circolazione. Anche l’installazione del fotovoltaico non risulta molto invasiva dato che i pannelli solari vanno collocati sul tetto dell’edificio, mentre l’inverter può essere posizionato sia all’interno sia all’esterno.
Si tratta di impegni davvero minimi, se paragonati alla convenienza dei vantaggi derivanti dal bonus fotovoltaico.

Quali sono i massimali di spesa?

Un ampio intervento volto al miglioramento dell’efficientamento energetico, compreso di spese di installazione di un impianto fotovoltaico, sarà soggetto a una detrazione pari al 110%, divisa in quote annuali di uguale importo.

La norma stabilisce che la detrazione massima applicabile per l’impianto fotovoltaico è pari a 48.000 euro, con un limite di spesa di 2.400 euro per ogni kW di potenza. Nel caso di lavori che riguardano la ristrutturazione edilizia, il limite di spesa è minore, con una soglia di 1.660 per ogni kW di potenza.

La detrazione al 110% è applicabile anche per l’installazione successiva o contestuale dei sistemi di accumulo, presenti negli impianti fotovoltaici, con limite di spesa fissato a 1.000 euro per ogni kWh di capacità di accumulo. Il limite di spesa per l’acquisto totale, invece, è pari a 48.000 euro. Ciò significa che, sommando i limiti di spesa tra impianto fotovoltaico e sistema di accumulo, si arriva a una detrazione massima di 96.000 euro.

Ulteriori informazioni

In molti si chiedono se sia possibile cumulare questo incentivo con altre agevolazioni fiscali previste dalla normativa nazionale, europea o regionale. Ciò significa che anche l’energia che non viene autoconsumata in sito andrà ceduta al GSE, in quanto si tratterebbe di una agevolazione ulteriore, usufruendo dello scambio sul posto. Proprio per questo motivo risulta utile installare un sistema di accumulo, così da migliorare l’efficienza del proprio impianto fotovoltaico, consentendo il pieno autoconsumo.

È bene considerare che esistono altri due modi per godere dell’ecobonus fotovoltaico, vale a dire la cessione del credito e dello sconto in fattura. I benefici derivanti da queste modalità non sono indifferenti, infatti, in entrambi i casi non bisognerà aspettare il recupero delle detrazioni, dato che la spesa verrà sostenuta direttamente dall’impresa che eseguirà gli interventi o qualsiasi altro soggetto a cui è stato ceduto il credito. La cessione del credito o lo sconto in fattura, rappresentano due ottimi metodi per detrarre le proprie spese, sia per chi non ha una sufficiente capienza Irpef che per i contribuenti dotati di partita IVA con regime forfettario.