Toscanini in America, la tournée del secolo. Umberto Mucci (We Italians) intervista lo scrittore Mauro Balestrazzi

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in foto Mauro Balestrazzi

“Nell’elenco delle grandissime eccellenze italiane che hanno trovato fortuna in America, uno dei nomi di più alto livello è quello di Arturo Toscanini. E’ passato un secolo da un evento straordinario, una eccezionale tournée che lo vide protagonista in America insieme a quella che poi sarebbe diventata l’orchestra del teatro la Scala di Milano”. A parlarne su We the Italians in un’articolata intervista con Mauro Balestrazzi, autore del libro che ha per titolo, appunto, “La tournée del secolo”,  è Umberto Mucci, Ceo della rivista online.
Il libro, afferma Mucci, “descrive questo storico evento musicale, perfetta metafora del meraviglioso incontro tra Italia e Stati Uniti, da sempre oggetto di queste interviste”. Quella epica tournée, si legge tra l’altro nell’intervista,  nacque nell’ambito del “progetto di ricostruzione del Teatro alla Scala di cui Toscanini fu l’ispiratore negli anni successivi alla Prima guerra mondiale”. “La rifondazione del teatro e la sua trasformazione in ente autonomo, quindi con una sua autonomia gestionale e di programmazione artistica – spiega Balestrazzi, nell’intervista ricchissima di spunti interessantissimi e spesso poco noti-, fu il punto di partenza: la tournée doveva rappresentare il collaudo dell’orchestra che sarebbe diventata poi l’orchestra stabile del Teatro alla Scala. L’operazione della rifondazione della Scala fu un’operazione di enorme importanza, portata avanti dal Sindaco di Milano con la collaborazione del Corriere della Sera, che sostenne l’iniziativa e contribuì anche a trovare gli sponsor per i lavori”.
Il successo di quella spedizione, racconta Balestrazzi “fu motivo di grande orgoglio per gli italoamericani, e questo a sua volta fece molto felice Toscanini. Lo commuovevano il patriottismo e l’amore degli italiani d’America che travolgevano il suo consueto riserbo…Va ricordato anche che stiamo parlando di un periodo storico particolare: era da poco finita la prima guerra mondiale con cui l’Italia aveva riconquistato Trento e Trieste, e questo contribuì a trasformare i concerti in una grande festa patriottica per tutti gli italoamericani. Toscanini non amava le interviste, ma dopo il ritorno dall’America, anche per celebrare il successo di questo lungo viaggio, ne concesse due, una al Corriere della Sera e una al Messaggero. In entrambe ci tenne a mettere in rilievo e a magnificare l’incontro con i connazionali d’America, l’emozione e la commozione provate da lui e dai suoi musicisti. È un aspetto molto bello di questa tournée…”.

Qui l’intervista integrale