Alla ricerca del Superuomo (giocando a fare Dio)

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È tempo di superumani? Davvero intrigante il tema dell’enhancement trattato, con notevole profondità epistemologica, dal giovanissimo ricercatore di filosofia Luca Lo Sapio nel suo libro “Potenziamento e destino dell’uomo” – Il Nuovo Melangolo -. Cosa s’intende con l’espressione potenziamento?

Il termine inglese “enhancement” nel dibattito bioetico contemporaneo indica tutti quegli interventi non strettamente terapeutici finalizzati a migliorare le caratteristiche di individui umani “normali e sani”. In senso ampio include tutti i mezzi e le tecnologie utilizzate per migliorare le nostre prestazioni (integratori vitaminici e ormoni), mentre in senso stretto si riferisce agli sviluppi tecnologici e bio-medici più recenti (smart drugs, manipolazioni di embrioni, nanotecnologie). Gli enhancers possono avere un effetto limitato nel tempo, un effetto permanente sul soggetto o addirittura modificare l’assetto genetico di individui futuri in modo permanente. I problemi morali più rilevanti nascono proprio dall’irreversibilità del potenziamento sulla specie umana in generale. Ecco perché il dibattito intorno al potenziamento umano ha acquisito uno spazio consistente entro il panorama filosofico internazionale.

Lo Sapio cerca di conciliare bioconservatori e bioprogressisti. Quest’ultimi, con i transumanisti in prima linea, spingono per la trasformazione dell’uomo attraverso gli interventi della tecnica mentre i bioconservatori ritengono che la conservazione dei tratti tipici dell’uomo sia da preservare. La domanda della medicina attuale: “È lecito alterare i tratti psicofisici dell’uomo con lo scopo di avere ‘tratti desiderabili’ nelle persone umane?” Francis Fukuyama in “Our Posthuman Future” sostiene che l’alterazione radicale di questi tratti può portare ad una perdita irreversibile di ciò che rende l’uomo tale. I bioprogressisti rilanciano, invece, e presentano la tecnica come lo strumento in grado di emendare la natura umana da tutte le sue deficienze e limitazioni: l’uomo è un coacervo di atavismi e non-evoluzioni, occorre correggere le storture che lo caratterizzano.

Per i transumanisti o postumanisti il potenziamento è, in realtà, un modo per incrementare il benessere collettivo. Ma quali profonde disuguaglianze sorgeranno fra quanti potranno beneficiare degli interventi di enhancement e quanti invece non potranno permettersi tali miglioramenti? Per Lo Sapio queste prospettive sono entrambe figlie di un’idea di potenziamento come “semplice implementazione quantitativa”, il libro, invece, intende spostare l’attenzione sull’enhancement come sinonimo di “slargamento delle possibilità d’essere”, dando forza ad un progetto strutturato di costruzione di “nuove possibilità d’essere”. L’obiettivo è riformulare un concetto di enhancement utile per una nuova antropologia, attenta ai mutamenti che le scienze ci offrono o prospettano, immaginando altre possibili configurazioni e modulazioni per l’essere umano.