Habitat fai da te: impresa marziana

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Quando i primi esseri umani matteranno piede su Marte, non avranno molto tempo per le foto ricordo: dovranno mettersi subito al lavoro per assicurarsi un tetto sopra la testa. Una cosa infatti è certa, sul futuro dell’uomo su Marte: non andremo lì per piantare una bandiera, ma per restarci. E per farlo sarà necessario costruire insediamenti in grado di resistere alle condizioni dell’ambiente marziano (il film di prossima uscita The Martian ce ne darà un esempio), che nelle missioni Apollo sulla Luna non furono invece necessari. Scienziati di tutto il mondo sono da tempo al lavoro per trovare le soluzioni migliori al problema della costruzione di habitat sul Pianeta Rosso e il progetto più promettente – e in dirittura d’arrivo – è tutto europeo: si chiama “Shee” (Self-Deployable Habitat for Extreme Environments, ossia “habitat auto-assemblante per ambienti estremi”) ed è coordinato dall’International Space University di Parigi con partner belgi, austriaci, estoni e cechi. L’idea è di rendere quanto più autonomo possibile l’assemblaggio della struttura, riducendo al minimo l’intervento umano. L’habitat “Shee” è una struttura ibrida composta da tre tipologie di componenti: gonfiabile, rigida e robotica. La configurazione standard prevede cinque principali aree funzionali: portelli d’ingresso, aree di lavoro, alloggi per l’equipaggio, cucina e toilette. Shee può essere utilizzato anche sulla Terra, in ambienti estremi, per esempio aree colpite da terremoti o uragani. Un primo test operativo sarà svolto il prossimo anno in Spagna, in un ambiente che simula quello marziano.