Libano, l’incarico di primo ministro va ad un ambasciatore

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In foto Mustafa Adib
L’attuale ambasciatore libanese in Germania Mustafa Adib dovrebbe essere designato il 31 Luglio come riportato anche da noto quotidiani italiani, come primo ministro incaricato della formazione del nuovo governo in Libano. Sul nome di Adib sono arrivati il gradimento dei principali partiti libanesi: dal movimento “Futuro” del sunnita  Saad Hariri, dai cristiani del presidente della Repubblica Michel Aoun e anche degli sciiti di Hezbollah. Nelle ultime ore, in attesa di una nuova visita del presidente francese Emmanuel Macron, i partiti libanesi hanno anche avviato una discussione sulle possibili riforme istituzionali necessarie a rendere più efficace il sistema di governo del paese. Lo stesso Hezbollah si è detto pronto a discutere le modifiche che il presidente francese aveva chiesto ai libanesi nella sua visita a Beirut il 6 agosto, due giorni dopo l’esplosione del porto.
“Siamo aperti a qualsiasi discussione costruttiva sull’argomento, ma a condizione che sia volontà di tutti i partiti libanesi”, ha detto in un discorso Hassan Nasrallah, leader della formazione filo-iraniana, riferendosi all’appello di Macron. Il leader del movimento sciita non ha specificato quali cambiamenti è disposto a considerare, ma ha detto di aver “sentito critiche da fonti ufficiali francesi sul sistema confessionale libanese” e sulla sua incapacità di risolvere i problemi di un Paese travolto da una crisi socio-economica senza precedenti, aggravata dalla pandemia del Covid, e segnata dal collasso finanziario.
In aggiunta, il presidente della Repubblica, il cristiano Michel Aoun, ha fatto la sua proposta: “Poiché sono convinto che solo uno Stato laico è in grado di proteggere il pluralismo, di preservarlo trasformandolo in una reale unità, chiedo che il Libano sia dichiarato uno Stato laico”. Aoun si è impegnato a “chiedere il dialogo tra autorità religiose e leader politici per arrivare a una formula accettabile per tutti e che possa essere attuata attraverso opportuni emendamenti costituzionali”. Il Libano riconosce ufficialmente 18 sette religiose e i 128 seggi del Parlamento sono divisi equamente tra musulmani e cristiani, un accordo unico nella regione. Tuttavia, i governi nati da questo sistema hanno sempre avuto difficoltà ad attuare i programmi e non sono riusciti a soddisfare le richieste popolari per migliorare le condizioni di vita. Macron, il primo leader mondiale a visitare il Libano dopo l’esplosione del porto, ha detto che i leader libanesi hanno una “enorme responsabilità, quella di un nuovo patto politico” con le riforme necessarie, altrimenti “il Libano continuerà ad affondare”.
Sulla scia di Macron, i leader occidentali si sono uniti alle richieste dei libanesi, in patria e all’estero, per un profondo cambiamento politico dopo che l’esplosione al porto ha ridotto il Paese in ginocchio. Il presidente francese terrà martedì un nuovo incontro con i rappresentanti dei principali partiti politici, tra cui Hezbollah.