L’individualismo: un boomerang che si ritorce contro di noi

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di Silvana Lautieri

“Unus homo, nullus homo“ ed ancora “nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso, ogni uomo è una parte del tutto“ ( J. Donne) : è da queste considerazioni che siamo portati a riflettere sul paradigma individualistico che attraversa l’Occidente.

Un paradigma che indica come a motivare le scelte non siano i valori di giustizia, di equità o solidarietà quanto”… l’interesse soggettivo o, in termini più radicali, l’egoismo individuale… ”( G. Piana ). E’ quanto accade nella contemporaneità , una contemporaneità che sembra aver dimenticato i meriti iniziali di un movimento che, invece ,nella modernità promuoveva i diritti umani , la dignità di ogni soggetto, la nascita della democrazia.

Soprattutto è stata disattesa la premessa fondamentale che vuole l’individualità sinergicamente collegata alla relazionalità . Ogni crescita, infatti, non può avvenire senza “ l’altro da sé “ in un sociale che non può essere considerato realtà estranea ed esterna al singolo.

E sono le scienze biologiche ( importante il saggio del genetista americano David Sloan Wilson, dal titolo “ L’altruismo ” ) o la tesi dell’antropologo francese Marcel Mauss che pone alla base della convivenza umana l’esperienza del dono ( e penso ,chissà perché , al paniere solidale o al caffè sospeso di Napoli ) a darne conferma .

E‘ quindi nell’agire altruistico , il cui fine non è l’individuo ma la società ,che si realizza quell’eticità indicata da E. Durkeim.

E’ tempo di una vera, autentica e seria rivoluzione culturale che ci liberi dal degrado umano e sociale in cui siamo caduti , una rivoluzione che può avvenire solo riappropriandoci di linee-guida valoriali capaci di orientarci verso condizioni sempre più estese di umanizzazione.

Un impegno che dovrebbero assumere non solo i cittadini in ogni forma di relazione, ma anche ogni struttura sociale e Istituzionale all’altezza del ruolo e del compito da assolvere. Ne saremo capaci ? Forse non nell’immediato se decenni di disattenzione ai doveri ha privilegiato la soddisfazione dei diritti per i quali sembra che anche il dilagare di una pandemia abbia rappresentato un’occasione infruttuosa.