Strage di Capaci, 30 anni dopo: l’Italia non dimentica

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Sono passati 30 anni dalla Strage di Capaci, dove perdono la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Un attentato che dà il via a un periodo di tensione culminato con il sospetto tentativo di colpo di Stato del 1993. Già da domenica 22 maggio in tutta Italia si susseguono eventi e manifestazioni in ricordo di quei giorni. Ma cosa successe quel terribile giorno di 30 anni fa?
Il 23 maggio del 1992, Giovanni Falcone, direttore degli Affari penali del ministero di Grazia e Giustizia e candidato alla carica di procuratore nazionale Antimafia, è appena atterrato all’aeroporto di Punta Raisi con la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato. Alle 17.58, sull’autostrada Trapani-Palermo, nei pressi di Capaci, la tremenda esplosione che li uccide con gli uomini della scorta. Circa 500 chili di tritolo piazzati dentro un canale di scolo esplosero mentre transitano le Croma. La prima auto blindata – con a bordo i poliziotti Antonino Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo – viene scaraventata oltre la carreggiata opposta di marcia, su un pianoro coperto di ulivi. La seconda Croma, guidata dallo stesso Falcone, si schianta contro il muro di detriti della profonda voragine aperta dallo scoppio.