Vesuvio, la nuova zona gialla
Peduto: Ora Comuni al lavoro

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Un’eruzione del Vesuvio non può essere gestita solo con l’emergenza: quello che ancora preoccupa è la capacità del piano di emergenza di essere davvero uno strumento partecipato, Un’eruzione del Vesuvio non può essere gestita solo con l’emergenza: quello che ancora preoccupa è la capacità del piano di emergenza di essere davvero uno strumento partecipato, cioè se i comuni dell’area rossa e gialla sapranno dotarsi davvero di strutture ordinarie di protezione civile realmente operative e se sapranno implementare gli strumenti di prevenzione”. È questo il commento a caldo di Francesco Peduto, presidente dei Geologi della Campania, all’indomani dell’approvazione della nuova “zona gialla” del Vesuvio. La proposta ratificata dalla Giunta regionale campana in accordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile include 63 Comuni e i quartieri napoletani di Barra, San Giovanni e Ponticelli. Per “zona gialla” si intende un’area “che in base a studi scientifici e simulazioni, in caso di evento vulcanico e sebbene esterne alla zona rossa, potrebbe comunque avere problemi per l’accumulo di ceneri, con il possibile conseguente crollo dei tetti”, precisa Peduto. Si completa, dunque, la rivisitazione degli scenari di riferimento per quanto riguarda il Vesuvio e che solo pochi mesi fa aveva portato alla ridefinizione della “zona rossa”, modificata ed ampliata, portando 18 a 25 i comuni che vi rientrano. “Quando noi geologi parliamo di questo vulcano lo definiamo ‘il casovVesuvio’, perché è davvero un caso unico – prosegue -. È dunque lecito chiedersi se davvero abbiamo le capacità organizzative per gestire un simile esodo, se le persone coinvolte sono davvero preparate ad affrontare una tale situazione di emergenza. Anche per la zona gialla, infatti, si parla di obiettivo di medio termine, necessario per mettere in sicurezza tutte le coperture, il che implica qui dalle nostre parti, ammesso pure che si riesca a raggiungere tale obiettivo, che passeranno decenni”. La definizione di quest’area si basa su recenti studi e simulazioni della distribuzione a terra di ceneri vulcaniche prodotte da un’eruzione sub-Pliniana, in funzione della direzione variabile del vento. “La delibera – dichiara Edoardo Cosenza, assessore regionale alla Protezione civile – fornisce anche indicazioni sui carichi verticali da cenere da considerare nella realizzazione di nuove costruzioni o nell’adeguamento delle esistenti. Sarà molto importante l’adozione di tali indicazioni da parte dei Comuni che potranno inserirle nei Piani Urbanistici comunali”. “Sia ben chiaro che non è mia intenzione sollevare polveroni o provocare falsi e ingiustificati allarmismi – conclude il vertice dei geologi campani -, perché le situazioni di pericolo, per fortuna, sono al di là da venire; al momento non sono rilevati dati che possano far pensare a una prossima ripresa dell’attività vulcanica. Proprio per questo, però, ritengo necessario parlare di queste tematiche con grande serenità e senza nascondersi dietro un dito”.