Dal pareggio di bilancio a nuove sfide
Viaggio tra efficienza e malasanità

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A cura di Pietro Funaro e Salvatore Lanza Parte con questa settimana un’inchiesta sullo “stato di salute” della sanità in Campania. E’un viaggio nelle eccellenze del comparto da valorizzare e nelle criticità da affrontare e risolvere con l’obiettivo di fornire ai A cura di Pietro Funaro e Salvatore Lanza Parte con questa settimana un’inchiesta sullo “stato di salute” della sanità in Campania. E’un viaggio nelle eccellenze del comparto da valorizzare e nelle criticità da affrontare e risolvere con l’obiettivo di fornire ai cittadini un servizio sanitario regionale capace di soddisfare le esigenze di salute. Lo Stato ha chiesto alla Regione Campania di rientrare da un disavanzo ventennale causato da una cattiva gestione del settore. Ora, il disavanzo è pareggiato addirittura con un utile di alcuni milioni di euro. È giunto quindi il tempo di ripartire e iniziare a programmare con scelte coraggiose che permettano in un futuro prossimo un complessivo rilancio in grado di fornire servizi efficienti per la cittadinanza. Prima tappa del viaggio, sabato prossimo, nella neonata azienda ospedaliera dei Colli di Napoli nata dalla fusione di Monaldi, Cotugno e Cto. I ministeri dell’Economia e della Sanità hanno certificato che nel 2013 la Sanità campana ha raggiunto il pareggio di bilancio, risultato storico visti soprattutto i precedenti decenni non del tutto felici. Le cifre e i numeri non lasciano dubbi circa il raggiungimento di un buon risultato da parte della Regione: nel 2009 il deficit era niente poco di meno che di 853 milioni di euro; il risultato passivo è stato azzerato a fine 2013 ed ora risulta in attivo con 6,1 milioni di euro. Altri dati risultano confortanti: sono stati recuperati 259 giorni sui tempi di pagamento dei fornitori e i livelli di assistenza sono migliorati del 15 per cento circa. Naturalmente soddisfatto il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, cosciente del “miracoloso” traguardo raggiunto in anticipo rispetto ai tempi previsti in partenza. Il governatore ora sposta l’attenzione sui prossimi obiettivi, a cominciare dalla fine del commissariamento, per il quale serviranno ovviamente i dovuti tempi tecnici: “Abbiamo vinto una sfida, il deficit della sanità è stato azzerato con un anno di anticipo rispetto alle previsioni, per la prima volta abbiamo un attivo di oltre 6 milioni di euro. Un’impresa in cui nessuno prima di noi era riuscito. E i risultati sono stati possibili grazie a una squadra che per 4 anni ha lavorato per arrivare all’obiettivo. Ancora una volta ci presentiamo all’opinione pubblica con fatti. Ora si punta alla fine del commissariamento, ma il dialogo con il Ministero della Salute continua e prosegue anche per ottenere lo sblocco del turnover in una percentuale maggior rispetto a quanto previsto per le Regioni sottoposte al piano di rientro. Precondizione necessaria per ottenerlo era centrare questo obiettivo, vincere la sfida che nessuno aveva ancora vinto. Oltre ad aver raggiunto questo risultato storico, abbiamo migliorato anche complessivamente le prestazioni sanitarie, così come ci ha riconosciuto anche il ministero. Dobbiamo continuare su questa strada, per il futuro bisogna migliorare ancora l’offerta sanitaria per i nostri cittadini e renderla tra le migliori d’Italia. Ora non siamo più una Regione canaglia, abbiamo le carte in regola, abbiamo dimostrato di essere credibili”. Non mancano ovviamente scetticismo e premura prima ancora di festeggiare il traguardo. Industriali e sindacati hanno manifestato la loro approvazione per lo storico risultato ottenuto, ma auspicano miglioramenti radicali nel prossimo futuro per non ricadere in situazioni estreme come quelle degli ultimi anni. Anche la chiusura di alcune strutture e di diversi pronto soccorso ha creato non poche polemiche, ma la politica del rientro finanziario ha avuto una corsia preferenziale, in alcuni casi ai danni della buona sanità. Come si dice: la legge è la legge! Nel frattempo i sindacati spingono verso un nuovo piano di programmazione che tuteli i lavoratori impiegati nel settore sanitario e i cittadini che dovranno usufruire dei servizi. Lo sforzo maggiore va indirizzato proprio alla popolazione, che ha dovuto affrontare periodi a dir poco altalenanti in ambito sanitario, vedendosi talvolta negare o ridurre prestazioni sanitarie necessarie. “L’obiettivo cui bisogna puntare adesso – commenta il segretario regionale della Cisl, Lina Lucciè garantire un’assistenza ai cittadini degna di questo nome. Gli ingenti tagli ai fondi del sistema sanitario regionale degli ultimi anni hanno reso i livelli essenziali di assistenza assolutamente inadeguati”. Il piano sanitario ospedaliero varato dalla giunta Caldoro il 31 luglio del 2010, finalizzato al risanamento del debito, ha creato non poche difficoltà alle strutture e ai pazienti, con la riduzione della media regionale ad appena 3 posti letto per mille abitanti. Non sono mancate le chiusure e gli accorpamenti di aziende ospedaliere, generando in alcuni casi situazioni di sovraffollamento disumane. Altro tema tanto caro ai cittadini, l’aumento del costo del ticket, che ha destato non pochi malcontenti tra la popolazione campana. Il governatore ha assicurato che 250mila campani saranno esonerati dal pagare il ticket. Il peggio sembra passato, almeno per i rilanci del comparto. Giusto restare alla finestra per attendere i prossimi risvolti, per il bene (e soprattutto la salute) di tutti.


Presidi sanitari chiusi • il pronto soccorso degli Incurabili • la maternità dell’ospedale Annunziata, dove si registravano oltre mille parti all’anno • il pronto soccorso, il centro di interruzione gravidanza e i reparti di neurologia e urologia dell’ospedale S. Gennaro • l’ospedale Gesù e Maria • il poliambulatorio di via Carlo De Marco • il pronto soccorso dell’Ascalesi e del Cto • sia il reparto di maternità che il pronto soccorso ostetrico del S. Gennaro Ogni proponente può richiedere un finanziamento non superiore al 70 per cento dei costi preventivati