Il Giappone è dietro l’angolo: come entrare nel mercato nipponico

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da: Capire il Giappone per ampliare i rapporti futuri

Non deve meravigliare l’affermazione che il Giappone offra numerose opportunità di inserimento. Tale circostanza, in particolar modo, riguarda le imprese italiane che all’estero possono far leva sul made in Italy, che da anni ci distingue in positivo, per riuscire a superare la crisi che ha colpito il mercato nazionale. La regola fondamentale per entrare nel mercato del Sol levante è che occorre investire non solo in capitale finanziario e umano, ma bisogna saper aspettare il proprio turno senza essere impazienti; la ponderatezza con la quale i giapponesi prendono le decisioni è un dato che caratterizza il popolo nipponico. I più importanti vantaggi derivanti dall’intraprendere rapporti commerciali con i giapponesi sono da riscontrarsi nella serietà e professionalità degli operatori economici. Le aziende che finora hanno avuto successo in Giappone hanno puntato oltre che sulla qualità dei prodotti venduti (senza dubbio caratteristiche essenziali), su una presenza effettiva di risorse umane sul territorio, su una particolare attenzione alla cura del servizio post vendita ed infine hanno avuto la costanza di portare avanti progetti a lungo termine. I requisiti essenziali per le starting strategies in Giappone sono: marchio di qualità, procedure di snellimento doganali, normativa sull’obbligo dell’etichetta (richieste solo per alcune categorie di prodotti che più in avanti elencheremo). Attualmente in Giappone la presenza delle aziende italiane è buona. In particolar modo in questi ultimi anni si è avuto un incremento notevole del made in Regione Campania con importanti investimenti nel settore della ristorazione, manifatturiero, sartoriale, ecc. Ma, nonostante ciò, siamo ancora una quota minoritaria rispetto agli investitori stranieri. Le opportunità che offre il mercato nipponico sono notevoli e si caratterizzano per la dimensione del mercato interno. Vi è inoltre la possibilità di creare jioint  

venture con altri paesi dell’area asiatica, con prospettive di buoni profitti. Venendo adesso agli aspetti più critici, è doveroso sottoli-neare le difficoltà derivanti dalle differenze tra l’Italia e il Giappone: il riferimento è al modo di affrontare gli affari totalmente diverso dalle nostre abitudini, alla diversità linguistica, all’elevato livello di aliquote fiscali sui profitti. Ma negli ultimi anni c’è stato sicuramente un avvicinamento tra le due culture per l’effetto della globalizzazione e queste differenze vanno attenuandosi. Resta inteso che il Giappone è sicuramente un paese su cui puntare, che ha una solida struttura organizzativa e un senso di civiltà tali da poter essere definito un paese dove le aziende italiane possono fare fortuna.

da:  “Capire il Giappone per ampliare i rapporti futuri”