Poliziotti francesi irrompono in un campo d’accoglienza a Bardonecchia

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Gli stessi che non soccorsero la partoriente nera che poi morì. Volevano prelevare con la forza campioni di urina di un migrante. La polizia italiana dov’era? Ora piagnucoliamo da Macron perché rimproveri i suoi agenti. Povera Italia, all’ultimo gradino della dignità. Nessuno ci rispetta. Figuriamoci se uscissimo dall’Europa. Non abbiamo gli attributi. Ce la prendiamo col Brasile che non ci restituisce un criminale. Ma la Germania non è più solerte. I due responsabili della Thyssenkrupp, condannati a 9 e 7 anni sono ancora latitanti. A Berlino fanno orecchio da mercante, come pure a Parigi. Nel rogo di Torino morirono sette operai. In galera ci finisca la povera gente, non i top manager milionari.

Perché i servizi segreti informano i terroristi?
Hanno arrestato un marocchino di nazionalità italiana. Pare che stesse organizzando attentati. Qualche imam viene espulso. Altre prevenzioni antiterrorismo sono in corso ovunque. Ma non sono notizie segrete? Come mai le dicono a noi? Per rovinarci la Pasqua? Per allertare altri malintenzionati, che, così, interrompano le attività? Adesso l’Italia è in prima linea, titolano i giornali e sembrano soddisfatti, per vendere qualche copia in più. Finalmente l’allarme, che ci turba e può nuocere al turismo. Che può fare il cittadino? Purtroppo ci è impossibile essere seri, persino quando c’è di mezzo la vita dei nostri figli. Siamo come le mucche che fanno un ottimo latte, ma poi rovesciano il secchio.

Con le fiaccolate, a Livorno come altrove, si esorcizzano gli incidenti sul lavoro
Sono mille ogni anno in Italia, da Nord a Sud, senza discontinuità, in città e nelle campagne, gli operai che perdono la vita sul lavoro. Molte altre migliaia sono i feriti gravi e tanti che rimangono menomati. Si finge costernazione ogni volta, come se fosse il destino a scegliere le vittime. Responsabile di tante, troppe sciagure è, invece, la mancanza di misure di sicurezza adeguate. Le aziende risparmiano sulla pelle dei dipendenti. La vita vale meno del denaro. È più conveniente, infatti, risarcire, poi, le famiglie che prevenire le tragedie. I controlli da parte dello stato sono saltuari e insufficienti. I dipendenti lo sanno, ma sono costretti a rischiare. Se denunciassero le carenze, verrebbero licenziati.

Ancora violenza sugli insegnanti. Polizia, magistratura e politica tutti zitti
Non sapendo come affrontare il gravissimo problema, si è fatto passare sotto silenzio. Ma i codardi che assistevano filmavano i vigliacchi che infierivano. Così, la bravata è finita su Istagram e l’hanno vista in molti. Un’insegnante di mezz’età con difficoltà motorie è stata legata in classe a una sedia. Qualcuno la derideva, altri la prendevano a calci, finalmente un alunno l’ha liberata. È accaduto a Alessandria in una prima liceo di razza bianca, non in un centro di accoglienza per migranti neri. La vittima non sporge denuncia. La scuola sospende per alcuni giorni i ragazzi violenti e assolve gli ignavi. Con la solita bonomia la già lieve pena viene convertita in lavori di pulizia. Può continuare così?

Il galantuomo esercita ancora fascino e ammirazione
L’Italia a lutto stretto. i programmi televisivi stravolti. La camera ardente. Persino il messaggio del capo dello stato. Ammiratori dalle isole e anche da regioni lontane per rendergli l’ultimo omaggio. Il cordoglio di milioni di cittadini sulle piattaforme sociali, abitualmente pettegole e cattive. Chi è morto, quale celebrità? Un presentatore come tanti altri. Per di più non giovanissimo. Come mai tanto dolore diffuso? Era una persona perbene. Un brav’uomo, onesto e generoso. Un signore, forse unico. Chissà com’è sopravvissuto per 60 anni in una società di ciarlatani, mediocri e imbroglioni. L’intero paese è in lacrime perché teme che con lui si sia estinta la specie di cui era l’ultimo esemplare.

Après moi le déluge
Dopo Luigi XV, che lo confidò alla Marchesa di Pompadour, in effetti, ci fu la rivoluzione. Non ci sarà dopo Di Maio. Si formerà ugualmente un governo senza di lui. Se durante le trattative impone tante condizioni, come se avesse vinto le elezioni, farà perdere la pazienza alla sola persona che finora lo prende in considerazione. Deve imparare a fare politica – purtroppo a spese dei suoi elettori e del paese – questo giovanotto che si crede insostituibile. Si troverà con un pugno di mosche. È più importante realizzare il programma o imporre i partner che glielo consentiranno? L’obiettivo è ottenere il reddito di cittadinanza o diventare premier? Vada a lezione di umiltà, come ha fatto Salvini.

La presidente del Senato ricomincia da tre
Secondo Troisi, con un nome così lungo la guagliona cresce scostumata anche se fedelissima della prima ora. Perché quando la mamma ha finito di chiamarla, è già lontana e non la sente. Tanto meno adesso. Un posto così autorevole può cambiare indole e personalità a chiunque. E persino devozione. Finora – nonostante abile creatrice di leggi ad personam, sapiente e remissiva – le sono state preferite donne più giovani e avvenenti, seppure senza spessore. È il costume della casa. Quelle che valgono poco, ministre. Lei, solo sottosegretaria. Meritava di più, ma non ha tenuto rancore. Adesso ricopre la seconda carica dello stato. Grazie al nuovo leader, non alla madre. A chi sarà grata?