QE al via il 9 marzo
Oggi è di scena il Job Report

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A cura di Antonio Arricale Partenza poco mossa per Piazza affari e le altre principali Borse del Vecchio Continente, che tirano il fiato dopo il rally del pomeriggio innescato dai dettagli sul A cura di Antonio Arricale Partenza poco mossa per Piazza affari e le altre principali Borse del Vecchio Continente, che tirano il fiato dopo il rally del pomeriggio innescato dai dettagli sul quantitative easing lanciato dalla Banca Centrale Europea, che tra l’altro ha migliorato l’outlook sull’Eurozona. Potrebbe prevalere inoltre un po’ di cautela in vista del Job Report statunitense di oggi pomeriggio, con gli analisti che stimano un lieve rallentamento della creazione di posti di lavoro principalmente a causa dell’ondata di maltempo che ha sferzato il Nord America e al ridimensionamento dell’occupazione nel settore petrolifero. Altro dato importante è il PIL dell’Area euro, mentre in Germania la produzione industriale si è confermata in crescita, anche se ad un ritmo inferiore rispetto al mese precedente. Ma ricapitoliamo le decisioni adottate ieri dalla BCE, che ha lasciato i tassi di interesse invariati allo 0,05%. E’ appena il caso di ricordare che il tasso di rifinanziamento principale è ai minimi storici dalla nascita della moneta unica. A partire dal 9 marzo scatterà il programma anti deflazione. La Bce comprerà 60 miliardi di euro al mese di bond governativi e altri titoli a reddito fisso nell’ambito di un più ampio programma di Quantitative Easing che ha l’obiettivo di contrastare la minaccia deflativa. Gli acquisti avveranno solo sul secondario e comprenderanno titoli con scadenza compresa tra 1 anno e 364 giorni e 30 anni e 364 giorni al momento dell’acquisto, nonché titoli a tasso negativo purché non inferiore al tasso sui depositi, ora a -0,20%. Ad ogni modo, “al momento non vediamo assolutamente nessuna ragione per non proseguire il nostro piano di acquisti di titoli di Stato almeno fino al previsto settembre 2016, o oltre se necessario“, ha precisato Draghi, per il quale il semplice annuncio del QE – avvenuto nel corso della prima riunione del 2015 del Consiglio direttivo dell’Eurotower” – lo scorso 22 gennaio ha già aiutato l’economia dell’Eurozona. In proposito il governatore ha anche detto che quest’anno il Pil dovrebbe crescere di mezzo percentuale in più di quanto stimato. E il piano ha proprio questo scopo: migliorare l’outlook dell’economia. Dunque, le stime sul Pil dell’area Euro sono data al rialzo dalla Bce, e cioè: a +1,5% per il 2015 dalla precedente stima del +1%. Lo staff della Bce prevede anche una crescita più veloce sia per il 2016 (+1,9% contro +1,5% precedentemente formulato) che per il 2017, anno in cui il prodotto interno lordo salirà +2,1%. Contestualmente, sono state tagliare le stime relative all’inflazione. Per il 2015, si prevede un’inflazione praticamente pari allo 0%, contro lo 0,7% atteso in precedenza. Il tasso dovrebbe poi salire all’1,5% nel 2016 (rivisto al rialzo da 1,3% inizialmente previsto) e 1,8% nel 2017. Tornando al Qe, va precisato che nel piano non rientrerà la Grecia. Draghi è stato chiaro: “La BCE non può acquistare bond greci con il piano di Quantitative Easing”. Anche se non ha negato altri interventi. “La BCE ha prestato ad Atene 100 miliardi di euro raggiungendo il 68% del PIL. Si tratta del tasso più alto in tutta la zona euro”, ha spiegato il presidente dell’Eurotower, ricordando il divieto di finanziamento monetario stabilito dai trattati europei. La BCE, ha aggiunto Draghi, “è la prima a volere ricominciare a finanziare l’economia greca, ma a determinate condizioni”. Attualmente “l’Eurotower non acquisterà i bond di Atene fino a quando sono avranno un giudizio investment grade” e il Paese “non sarà uscito dal piano di aiuti della Troika (FMI-BCE-UE)”. Infine, il governatore della BCE ha confermato che la piattaforma di prestiti emergenziali per le banche nota come ELA è stata incrementata di 500 milioni di euro per la Grecia portandolo dunque a 68,8 miliardi di euro. Borse asiatiche La Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo, raggiungendo i massimi da 15 anni a questa parte. L’indice Nikkei ha guadagnato l’1,17% a 18.971 punti mentre il Topix si è attestato a 1.540,84 punti in salita dell’1,12%. Borsa Usa Wall Street ha chiuso in rialzo una seduta caratterizzata dal meeting della Bce. L’indice Dow Jones ha guadagnato lo 0,22% a 18.135,72 punti, l’S&P500 è avanzato dello 0,12% a 2.101,04 punti mentre il Nasdaq è salito dello 0,32% a 4.982,81 punti. Europa Le borse europee chiudono con il segno più nel gran giorno della Bce. A Londra il Ftse100 ha terminato a 6.961,14 punti, lo 0,61% in più rispetto al dato precedente mentre lo spagnolo Ibex è salito dello 0,66% a 11.124,4. +0,94% per il Cac40 a 4.963,51 e incremento di un punto percentuale per l’indice tedesco, il Dax, salito a 11.504,01. Italia Piazza Affari ha chiuso in rialzo accelerando dopo le parole di Mario Draghi che ha annunciato l’avvio del quantitative easing da lunedì 9 marzo. Sul secondario lo spread Btp-Bund è sceso a 95 punti base, i nuovi minimi dal 2010, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dell’1,21% a 22.400 punti. Acquisti sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha guadagnato l’1,86% a 13,65 euro, Popolare di Milano l’1,92% a 0,847 euro, Intesa SanPaolo il 2,07% a 2,95 euro, Ubi Banca il 3,49% a 7,115 euro, Unicredit l’1,59% a 6,07 euro. Dopo una mattinata difficile Mps ha recuperato chiudendo con un rialzo dello 0,35% a 0,566 euro. Sugli scudi il settore del lusso che è stato trascinato da Moncler che dopo i conti del 2014 migliori delle attese ha svettato sull’indice Ftse Mib con un balzo del 10,53% a 14,80 euro. Premiati con acquisti anche gli altri titoli del comparto: Luxottica ha guadagnato il 2,49% a 55,55 euro, Salvatore Ferragamo l’1,71% a 27,95 euro, Tod’s il 5,97% a 96,65 euro. Ben comprate anche i titoli della galassia Benetton che sono sempre al centro di ipotesi di operazioni straordinarie: Autogrill ha guadagnato il 3,91% a 8,49 euro, WDF è avanzata dell’1,32% a 10,74 euro.


I dati macro attesi oggi Venerdì 6 marzo 2015 Giornata ricca di market mover di rilievo. In mattinata l’appuntamento è con la produzione industriale in Spagna, con l’inflazione in Svizzera e con il Pil nell’Eurozona. Nel pomeriggio tutta l’attenzione sarà concentrata ai dati sul lavoro negli Stati Uniti, con la diffusione del tasso di disoccupazione e del dato sui nuovi occupati non agricoli.