Riforme per crescere

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La critica maggiore rivolta al governo giallo-verde è stata senza dubbio l’assenza di un programma coerente ed organico di politica economica orientato alla crescita. Anche i decreti dignità, crescita, reddito di cittadinanza, quota 100 sono stati provvedimenti di corto respiro che, infatti, hanno compromesso la crescita o comunque non hanno contribuito a rilanciarla. Benché anche il contesto internazionale sia in generale rallentamento, la scelta di questo mix di provvedimenti non ha giovato al difficile contesto. Anche sul fronte dei consumi, che almeno il reddito poteva incentivare, non è migliorato granché.
Adesso l’agenzia Moody’s afferma che proprio l’”assenza di una politica economica coerente” è la causa principale del rating dell’Italia che si mantiene su un livello poco lusinghiero di Baa3 con outlook stabile. Ovviamente insieme ad altri fattori come l’“elevato livello di debito pubblico che difficilmente diminuirà nei prossimi anni e la crescita lenta”.
Consueto allarme anche sul debito: “è improbabile che il debito scenda”. Ma questa è solo la visione creditizia dell’Italia – come spiegano gli economisti di Moody’s – che riflette gli elevati livelli di debito pubblico, che è improbabile che diminuiscano nei prossimi anni a causa della crescita lenta”.
Oltre al debito, i rischi al ribasso sull’economia italiana, secondo l’analisi, sono le “interconnessioni tra il debito sovrano e le banche” che “rimangono rilevanti, anche a causa delle grandi partecipazioni di titoli di Stato italiani sui bilanci” degli istituti di credito”.
Al contrario, per quanto riguarda la stabilità politica e di conseguenza finanziaria, Moody’s giudica questa del Conte bis, una coalizione di centrosinistra che darà un “periodo di stabilità politica”; aggiungendo che il nuovo governo “dovrebbe anche consentire la presentazione tempestiva del bilancio 2020” e che “sarà meno euroscettico rispetto al precedente governo” e “meno conflittuale nei confronti dell’Europa”.
Non è escluso, però, che la politica interna possa continuare a “essere una fonte di volatilità” per i mercati e che elezioni anticipate prima della fine della legislatura possano rimanere un rischio.
Serve una strategia subito, ma soprattutto un piano organico di politica economica e di riforme che nelle parole pronunciate da Conte ancora non sembrano essere dettagliati. Tuttavia la manovra è vicina e sarà un segnale importante del percorso che il paese ha davanti: se orientato alla crescita e agli investimenti, alle infrastrutture e all’occupazione duratura o alla spesa corrente.