Viaggio, naufragio, salvezza. Pan, il Mediterraneo secondo Jacopo Cera

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Non bisogna spingersi fino a Lampedusa per capire o immaginare cosa l’isola sia: una cerniera. Una cerniera tra culture e mondi diversi, tra ricchezza e miseria e, anche, volendo tra i vivi e i morti. Lampedusa è quel primo lembo di costa che si intravede risalendo il Mediterraneo su dall’Africa, è terra ferma in chilometri di mare. E non bisogna spingersi fino a Lampedusa per capire o immaginare quel cimitero di barche e carrette che si accumulano sulle sue spiagge. Volendo, si può anche indovinare l’odore del legno sotto il sole spietato. E’ da qui, da quel cimitero di legno e naufragi, che parte il progetto artistico di Jacopo di Cera con l’esposizione Fino alla fine del mare, che sarà inaugurata mercoledì 21 settembre presso il Pan | Palazzo delle arti di Napoli. La mostra, in esposizione fino al 17 ottobre 2016, è promossa dall’Assessorato alla cultura e turismo del Comune di Napoli  con il patrocinio morale del Comune di Lampedusa.

 

Il punto di vista originale  dell’artista – sottolinea la curatrice Auronda Scalera – non ci traspone immagini crude, ma attraverso un gioco di rimandi cromatici che si rifanno più all’arte di Mark Rothko e Yves Klein, ci spiega la metafora del viaggio, del naufragio e della salvezza“.  Le opere infatti sono racchiuse in immagini ad alta definizione stampate direttamente sui frammenti di legno provenienti, in gran parte, da quelle scialuppe e imbarcazioni malandate che hanno compiuto la traversata. Di Cera, però, le trasforma in altro con un’azione carissima all’arte. Jacopo infatti non cavalca il patetismo del naufragio, ma la poesia del viaggio, non il dolore dello smarrimento quanto la forza della speranza. Giocando con gli accostamenti cromatici, perdendosi nei turchesi  accesi, gialli intensi, senguigne che sembrano potersi sgretolare sotto il tocco della mano, l’artista restituisce dignità ad un racconto continuamente svilito dalle cronache e dalla polemica. Come moderno Omero impara a scrivere attraverso le sue opere finali diversi.

 

La mostra ha già riscosso un grande successo di pubblico e critica quando è stata presentata lo scorso Aprile presso il Mia Fair di Milano. Durante il suo itinerario espositivo è stata ospitata nella suggestiva cornice del Palazzo Velli Expò di Roma, in luglio nel circuito off del festival di fotografia Les rencontres d’Arles e della rassegna Con_Vivere di Carrara. Un viaggio nel viaggio quello delle opere di Jacopo di Cera che finalmente fa tappa al Pan di Napoli. E così se Ulisse si era spinto negli angoli più remoti del nostro mare antico, mare nostrum come lo chiamavano i Romani, l’esposizione ha il pregio di spingersi negli spazi fragili di un’esistenza instabile, molto meno certa di quella che culla le convinzioni del ricco Occidente. Eppure lo fa con dolcezza, con la forza del colore, con una sensibilità che non vuole tacere, ma anzi far luce su questioni irrisolte quanto urgenti. E’ così che di Cera ci porta lontano e ci conduce fino alla fine del mare.