La Reserve Bank of Australia lascia i tassi fermi al 2,25%

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A cura di Antonio Arricale Nessuna mossa a sorpresa da parte della Reserve Bank of Australia che ha lasciato fermi i tassi d’interesse al 2,25%. Dopo il taglio del mese A cura di Antonio Arricale Nessuna mossa a sorpresa da parte della Reserve Bank of Australia che ha lasciato fermi i tassi d’interesse al 2,25%. Dopo il taglio del mese scorso quando la banca centrale australiana ha deciso, con una mossa a sorpresa, di rivedere al ribasso i propri tassi di interesse dopo circa un anno e mezzo di immobilità, operando un importante cambiamento nella politica monetaria dell’istituto, la decisione di oggi ha lasciato stupiti quegli analisti che avevano invece pronosticato un taglio al 2% anche alla luce della revisione al ribasso delle previsioni di crescita economica e inflazionistica nel medio termine. Borse asiatiche Borse asiatiche deboli nella seduta di martedì, prevalgono le prese di beneficio. Il Nikkei ha fatto registrare un calo marginale dello 0,06%, Hong Kong cede lo 0,38% mentre Seoul guadagna lo 0,05%. Chiusura negativa invece per Shanghai in calo dell’1,80%. Diversi i dati macroeconomici pubblicati in giornata. Secondo i dati diffusi dalla Bank of Japan, la base monetaria del Sol Levante è cresciuta in febbraio del 36,7% su base annua a 275.261 miliardi di yen, contro il progresso del 37,4% registrato in gennaio. La circolazione di banconote è aumentata del 3,7% mentre quella di monete è cresciuta dello 0,8%. Il dato rettificato su base stagionale segna un progresso della base monetaria del 43,2% a 285.688 miliardi di yen. Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Salute, Lavoro e Welfare, in gennaio i salari medi mensili sono cresciuti nel Sol Levante dell’1,3% su base annua, confermando il progresso registrato in dicembre e contro lo 0,5% di incremento atteso dagli economisti. I prezzi al consumo nella Corea del Sud sono cresciuti di appena lo 0,5% in febbraio, valore più basso dallo 0,3% registrato nel luglio del 1999, contro lo 0,8% segnato lo scorso gennaio. Secondo i dati di Statistics Korea (l’Ufficio nazionale di statistica di Seoul), l’inflazione rimane sotto alla soglia dell’1% per il terzo mese consecutivo. L’inflazione core, al netto dei volatili prezzi dell’alimentare, è aumentata del 2,3% su base annuale e dello 0,1% su base mensile, dopo il 2,4% e lo 0,9% rispettivamente di gennaio. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones e il Nasdaq Composite hanno guadagnato lo 0,9% mentre l’S&P 500 ha messo a segno un +0,6%.Il listino tecnologico è tornato per la prima volta in 15 anni sopra la soglia dei 5 mila punti. Dow Jones e S&P 500 hanno aggiornato i massimi storici. Più ombre che luci dai dati macroeconomici pubblicati in giornata. Proprio i dati deludenti hanno alimentato le speranze degli investitori di un rinvio dell’aumento dei tassi da parte della Fed. A gennaio il reddito personale è aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente secondo il Bureau of Economic Analysis. Le attese erano per un incremento dello 0,4%. La spesa per consumi personali PCE è invece diminuita dello 0,2% a fronte di un calo dello 0,3% della rilevazione precedente e dal -0,1% atteso. Si tratta del secondo calo mensile consecutivo, circostanza che non accadeva dal 2009. L’indice dei prezzi principali PCE è cresciuto dello 0,1% a gennaio. Su base annuale è invece cresciuto dell’1,3%. Markit ha reso noto che nel mese di febbraio l’Indice PMI Manifatturiero (dato finale) si é attestato a 55,1 punti in aumento dai 53,9 del mese precedente. Il dato é risultato superiore alla stima flash pari a 54,3 punti. Nel mese di febbraio l’Indice ISM Manifatturiero é sceso a 52,9 punti dai 53,5 punti del mese precedente. Il dato é risultato inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un valore pari a 53 punti. La spesa per le costruzioni é diminuita nel mese di gennaio dell’1,1%, deludendo le attese degli economisti fissate su un incremento dello 0,3%. Tuttavia é stato rivisto al rialzo il dato di dicembre da +0,4% a +0,8%. Europa La debolezza del comparto energetico alla luce del rosso di oltre tre punti percentuali registrato dal Brent (-3,58% a 60,3 dollari il barile) ha penalizzato l’avvio di ottava dei listini europei. Perfetta parità per l’Ibex a 11.178,5 punti e chiusura sostanzialmente piatta per Ftse100 (-0,09% a 6.940,64 punti) e Dax (+0,08% a 11.410,36). Rosso dello 0,69% per il listino francese, il Cac40, sceso a 4.917,32. Dopo i 50,7 punti del Pmi manifatturiero cinese, nel corso della seduta sono stati diffusi i dati relativi Zona Euro (51 punti), Gran Bretagna (54,1) e Stati Uniti (52,9). Per quanto riguarda il vecchio continente, meglio del previsto le indicazioni relative inflazione (-0,3% a/a a gennaio) e tasso di disoccupazione (11,2%). Italia Piazza Affari ieri ha chiuso in moderato ribasso una seduta dove non sono però mancati gli spunti societari e in attesa della riunione di giovedì della Bce, che sancirà l’avvio ufficiale del quantitative easing in salsa europea. In Italia sono arrivati segnali incoraggianti dal mercato del lavoro: a gennaio si è infatti confermato il trend di discesa del tasso di disoccupazione anche se il numero degli occupati risulta salito solo di 11 mila unità rispetto al balzo in avanti di quasi 100 mila unità dell’ultimo mese del 2014. La disoccupazione si è attestata al 12,6%, sui livelli di dodici mesi fa. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,18% a 22.297 punti. Le vendite hanno colpito i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,45% a 13,58 euro, Montepaschi lo 0,89% a 0,61 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 2,44% a 7,19 euro, Popolare di Milano lo 0,95% a 0,831 euro, In tesa SanPaolo l’1,27% a 2,946 euro, Ubi Banca l’1,14% a 6,93 euro. FCA (+2,24% a 14,10 euro) si spinta su livelli che il “vecchio” titolo Fiat non vedeva dal marzo del 2000. Tonica Telecom Italia (+1,31% a 1,08 euro) dopo che Orange sta considerando l’ipotesi di lanciare un’offerta per legarsi con il gruppo italiano. Sugli scudi la galassia Benetton in scia alle ipotesi di operazioni straordinarie. WDF ha guadagnato il 2,64% a 10,47 euro dopo che la scorsa settimana Gilberto Benetton non aveva escluso nessuna opzione per il dossier sul retailer aeroportuale italiano, mentre Autogrill ha segnato un progresso dell’1,81% a 8,155 euro. Fuori dal paniere principale balzo di Banca Carige (+10,23% a 0,072 euro) dopo l’ingresso nell’azionariato della famiglia Malacalza con una quota pari al 10,5%. Debole Rcs (-1,09% a 1,18 euro) in attesa delle notizie in arrivo dal Cda che dovrà esaminare l’offerta di Mondadori per Rcs Libri.


I dati macro attesi oggi Martedì 3 marzo 2015 08:00 GER Vendite al dettaglio gen; 09:00 SPA Variazione n° disoccupati feb; 10:30 GB Indice Markit PMI edilizia feb; 11:00 EUR Indice prezzi alla produzione gen.