Partite Iva, disastro Campania
50mila in meno in cinque anni

54

Dall’inizio della crisi la Campania perde 50mila partite Iva. In Italia è la seconda regione più colpita da questo fenomeno dietro la Lombardia (meno 64mila unità dal 2008 al 2014) mentre Dall’inizio della crisi la Campania perde 50mila partite Iva. In Italia è la seconda regione più colpita da questo fenomeno dietro la Lombardia (meno 64mila unità dal 2008 al 2014) mentre al Sud non ha rivali. In cinque anni il decremento raggiunge quota 11,2 per cento. I dati sono della Cgia di Mestre, che dedica uno studio al fenomeno dei lavoratori autonomi rimasti senza reddito e passati, a livello nazionale, da 5,4 a 5,1 milioni nel giro di un quinquennio. Un declino inesorabile che in Campania è ancora più evidente e profondo. Perché? E, soprattutto, che fine fanno gli autonomi che perdono il lavoro? Mario Rusciano, professore emerito di diritto del lavoro presso l’università Federico II di Napoli, analizza il dato campano partendo da una considerazione che è sotto gli occhi di tutti. “Il fenomeno – dice – è particolarmente esteso in questa regione perché in molti casi il lavoratore autonomo è, in realtà, un lavoratore subordinato mascherato che apre la partita Iva solo per poter essere pagato dal committente di riferimento.Di conseguenza quando viene meno il datore di lavoro ecco che la partita Iva svanisce nel nulla”. Chi invece è realmente un autonomo “soffre per la mancanza di domanda – precisa il professore Rusciano – è inutile che giriamo intorno al problema”. E allora che si fa? “Se non riprendono gli investimenti pubblici è impossibile pensare di rilanciare la domanda – dichiara Rusciano – invece qui qualcuno pensa che il problema sia l’ordinamento giuridico”. Non è così? “Ma quando mai. In Italia è possibile fare contratti a tempo determinato senza causale e rinnovarli fino a cinque volti, ditemi voi se questa non è flessibilità. Oppure la questione dei licenziamenti, io non ho mai visto ostacoli per chi volesse mandare via un dipendente quando c’erano le condizioni”. Secondo la Cgia di Mestre le partite Iva che chiudono i battenti finiscono, nella maggior parte dei casi, nel vortice del lavoro nero e anche su questo punto c’è una spiegazione. “Questi lavoratori – dice Rusciano – non hanno alcuna forma di tutela dal punto di vista degli ammortizzatori sociali, sotto questo punto di vista qualcosa si sta facendo con il Job Act anche se dobbiamo attendere i decreti per valutare la validità dei provvedimenti”.