Pompeii the Exhibition: la mostra in tour negli Usa

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Pompei, meraviglia della storia e dell’arte che accoglie milioni di turisti l’anno. Eppure solo una piccola parte arriva fino all’Archeologico di Napoli, il museo che custodisce gran parte dei tesori della città sepolta dal Vesuvio duemila anni fa. Per questo la nuova mostra “Pompeii, the Exhibition” che andrà in tour negli Stati Uniti da novembre 2016 a maggio 2018 non deve solo portare Pompei nel mondo ma rendere famoso il museo. Il direttore del MANN, Paolo Giulierini: “Il tema è andare vicino a grandi città come New York e Los Angeles ma anche a centri minori come Kansas City o Phoenix che però hanno grande capacità economica e voglia di emergere e quindi disseminare il museo presso un mercato culturale sempre più ampio e variegato. “Pompeii, The Exhibition” nasce in collaborazione con la società americana Exhibitions International. Raccoglie i reperti della splendida casa del Citarista, un nucleo coerente e affascinante. Di mostre sulla città sepolta ce ne sono state tante, da quella in questi mesi a Toronto, a un evento di straordinario successo al British Museum nel 2013. Valeria Sampaolo, il conservatore capo del MANN, osserva però: “L’esperienza con il museo di Londra non la prenderei mai ad esempio: era una mostra molto bella anche esageratamente ricca, che nel suo allestimento non dava giustizia ai pezzi stessi. Ha avuto successo soprattutto perché ha avuto un battage pubblicitario straordinario, concluso poi con la trasmissione del film in contemporanea in varie zone del mondo; ma altrimenti non aveva nulla di diverso da tante altre mostre”. Eppure proprio dalla capacità di marketing dei musei esteri bisogna imparare. Su questo tutti d’accordo. La mostra in giro per gli Stati Uniti sarà ricca di supporti multimediali a fianco ai reperti. Un insieme che renderà tangibile e concreta la vita che si svolgeva a Pompei prima che l`eruzione la bloccasse per sempre. “E’ un enorme veicolo – spiega ancora Giulierini – per diffondere l’immagine del museo, della città, della Campania e direi dell’Italia. Quindi il museo si deprovincializza e diventa veramente di connotazione internazionale”.