Psoriasi, al via ‘Chiedi al dermatologo’

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Roma, 28 mar. (AdnKronos Salute) – Hai la psoriasi? “Chiedi al tuo dermatologo nuove risposte per la tua pelle. E per la tua libertà”. E’ questo il messaggio lanciato da Novartis a tutti i pazienti che convivono con questa patologia cutanea, in occasione della seconda edizione della campagna ‘Chiedi al tuo dermatologo’: un’iniziativa che si propone di incoraggiare le persone con psoriasi a migliorare la qualità della loro vita e parlare con il proprio dermatologo, trovando la soluzione giusta per la propria pelle. La campagna è patrocinata dall’Associazione per la difesa degli psoriasici (Adipso) e dalle società scientifiche Adoi (Associazione dermatologi-venereologi ospedalieri italiani e della sanità pubblica) e Sidemast (Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse).

La novità di questa edizione è il numero verde 800 949 209: un call center gratuito, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 17.00, tramite cui gli utenti possono ricevere informazioni sul Centro Psoriasi più vicino a casa e indicazioni pratiche sulle modalità di prenotazione di una visita dal dermatologo. Inoltre, il sito www.lapelleconta.it si arricchisce di nuovi contenuti sulla patologia e su come affrontarla al meglio, e verranno lanciati anche due spot tv che raccontano la gioia e libertà delle persone che mostrano in pubblico la propria pelle, felici di aver raggiunto la clear skin (una pelle pulita da lesioni) e di tornare a vivere una vita normale.

L’obiettivo della campagna – precisano da Novartis – è quello di attivare una sensibilizzazione che vada a coinvolgere il ‘sommerso’, ovvero tutti quei pazienti che per stigma o per rassegnazione non si curano e non si rivolgono a un dermatologo, figura che può aiutarli a vivere bene e in modo ‘normale la propria vita’. “Iniziative come queste sono importanti per le persone con psoriasi, poiché ribadiscono i loro diritti e li invitano a non arrendersi di fronte alle difficoltà che devono affrontare ogni giorno – osserva Mara Maccarone, presidente Adipso – L’84% dei pazienti è vittima infatti di umiliazioni e discriminazioni, il 43% si sente osservato in pubblico e al 41 % è stato chiesto se la malattia fosse contagiosa”.

“Riteniamo sia fondamentale che il dermatologo venga riconosciuto come lo specialista di riferimento quando si soffre di psoriasi – dichiara Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente Sidemast – La psoriasi non è una problematica ‘estetica’ ma è una patologia cronica e talora invalidante. Solo in Italia colpisce circa 1 milione e mezzo di persone che riportano lesioni cutanee che causano prurito, rossore, desquamazione e spesso si associano a dolori articolari e alterazioni”.

“I pazienti con la psoriasi sono tanti, ma probabilmente sono ancora pochi quelli che arrivano al dermatologo e che hanno bisogno di una approccio molto spesso multidisciplinare – ricorda Clara De Simone, dirigente di I livello Uoc Dermatologia, Policlinico A. Gemelli di Roma – La terapia del paziente psoriasico deve essere personalizzata e non soltanto idonea per le esigenze cliniche legate alla malattia cutanea in sé e alle implicazioni psicologiche, ma deve considerare anche tutte le comorbidità e le implicazioni dello stato di salute generale che il paziente può avere. Alla luce di queste esigenze, è opportuno che sia un dermatologo che opera in un Centro multidisciplinare ad occuparsi della sua gestione complessiva, poiché è quello che più conosce le implicazioni cliniche cutanee, ma anche psicologiche”.

La modalità di intervento del dermatologo per la gestione e il trattamento della psoriasi si articola solitamente su diversi fronti: nei casi meno gravi si sceglie la terapia topica; mentre nei casi più severi si ricorre alla fototerapia, ai farmaci sistemici o ai farmaci biologici. Le terapie biologiche e biosimilari sono modulatori della risposta biologica, realizzati in laboratorio. Rappresentano il campo nel quale si registrano le novità più interessanti. La loro capacità di interferire in modo selettivo nei processi immunologici determina una rapida efficacia terapeutica e ridotto effetti collaterali.

“Il dermatologo – ribadisce De Simone – può avvalersi della consulenza e del parere di altri colleghi specialisti proprio per capire qual è la terapia più idonea al singolo paziente: terapie spesso sistemiche che vengono effettuate con i farmaci cosidetti tradizionali, o sempre più frequentemente con i farmaci biologici, biotecnologicamente strutturati per essere più adeguati al meccanismo che porta all genesi della malattia. Farmaci biologici che – precisa – spesso sono più compatibili con lo stato di salute generale del paziente e dalle comorbidità da cui spesso è affetto”.

“Grazie ai continui progressi della ricerca clinica oggi ci sono nuove modalità di intervento per la gestione e il trattamento della malattia – commenta Francesco Cusano, presidente Adoi – Compito del dermatologo è, fra gli altri, sviluppare un dialogo con il paziente che si fondi sulla reciproca fiducia e consenta quindi alla persona con psoriasi di condividere le aspettative per una qualità di vita migliore”.

Una delle domande che i pazienti pongono ai dermatologi più di frequente è “Cosa posso fare per migliorare la psoriasi'”? “Quello che consigliamo – risponde Marina Talamonti, dermatologa presso il Dipartimento di dermatologia diretto da Luca Bianchi al Policlinico Università degli studi di Roma Tor Vergata – è uno stile di vita corretto, a partire da un’alimentazione sana”.

“Non è stato studiato che vi sia una correlazione tra alimentazione sbagliata e psoriasi, però sappiamo che un’alimentazione non corretta (ricca soprattutto di acidi grassi saturi) determina un aumento dell’infiammazione della psoriasi, ed eventualmente anche delle comorbidità legate ad essa. Sappiamo infatti – prosegue l’esperta – che esistono delle patologie come l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, la dislipidemia, l’obesità, che sono strettamente correlate alla psoriasi”.

Anche la sedentarietà è nemica del paziente psoriasico: “Indirizziamo i pazienti a praticare un’attività sportiva – consiglia la dermatologa – che aiuta da due punti di vista: sia da quello dello stress, sia perché fa sì che il paziente esca dal suo ambiente. Spesso il malato rinuncia ad andare in palestra o in piscina, perché purtroppo ancora persiste lo stigma sociale che vede la psoriasi come malattia contagiosa infettiva. Tutti gli sport sono consigliati, ad eccezione – conclude – di quelli che traumatizzano la cute”.