Quel filo sottile fra Damasco e il Cairo

Il secondo ostaggio giapponese rimasto in mano all’organizzazione dell’IS ( Islamic State), in passato chiamato ISIS, è stato decapitato e “John il boia” ha compiuto la sua orrenda missione quasi in Il secondo ostaggio giapponese rimasto in mano all’organizzazione dell’IS ( Islamic State), in passato chiamato ISIS, è stato decapitato e “John il boia” ha compiuto la sua orrenda missione quasi in diretta mondiale. Successivamente il pilota giordano, catturato dalla stessa organizzazione e citato nell’ambito di un possibile scambio che avrebbe previsto il rilascio di alcuni terroristi incarcerati dalle autorità giordane dopo una serie di attentati kamikaze ad Amman, è stato barbaramente arso vivo. Questi sono stati gli ultimi atti di una guerra ( baraonda) che travolge la Siria, paese sempre più simile ad una foresta dove i gruppi del terrore si muovono demarcando pezzi di territori su cui affermare la propria supremazia. Di fatti al confine con la Turchia e l’Iraq si trovano i gruppi legati all’IS, mentre al confine con il Golan occupato da Israele nel ’67 si trovano i gruppi legati ad Al Qaeda chiamati Jabhat Al Nosra li-ahl Alsham ( Fronte del Soccorso al Popolo della Siria). Naturalmente, come in tutte le famiglie che si rispettano, le due frange si odiano e, laddove sono presenti entrambe, si combattono a suon di massacri quotidiani. Questa situazione è figlia di una primavera siriana voluta e realizzata da una regia regionale ed internazionale che si è ritrovata su una piattaforma di interessi economici e geopolitici che ha nulla a che fare con la benamata democrazia offerta al popolo siriano su un piatto avvelenato. La stessa primavera che con ogni probabilità era stata preparata per il popolo egiziano sembra ora in fase di riedizione! Lo confermano gli ultimi fatti accaduti la scorsa settimana, prima al Cairo e poi nel Sinai ! Al Cairo morti e feriti, una cinquantina in tutto, non sono stati risparmiati durante una manifestazione per la celebrazione del quarto anniversario della ribellione di piazza Tahrir contro l’allora presidente Hosni Mubarak. La manifestazione è stata organizzata dai fratelli musulmani, ormai messi al bando, dal neo presidente Al Sisi. Nella penisola egiziana del Sinai, al confine con la palestinese striscia di Gaza, gruppi terroristici hanno sferrato vari attacchi contro postazioni e convogli dell’esercito egiziano facendo una strage di soldati. Si è parlato di 32 morti e più di un centinaio di feriti tra i soldati. L’organizzazione dell’IS ha dichiarato che gli attacchi sono stati messi a punto da gruppi ad essa legati. L’affiliato locale dell’IS è Ansar Bayt al Maqdis ( Sostenitori della Casa Sacra, ossia Gerusalemme) che da quando ha dichiarato fedeltà all’IS nel novembre del 2014 terrorizza tutta la penisola del Sinai con azioni clamorose. Destino strano quello che lega le 2 capitali! Appena uscite dalla fase del colonialismo occidentale, Cairo sotto il dominio inglese e Damasco quello francese, sono entrate in una fase di stabilità relativa nonostante le varie fasi della guerra arabo- israeliana. Poi c’è stato il tentativo fallito di unire i 2 paesi, percorso durato dal ’58 al ’71 e cioè da quando il leader carismatico egiziano Gamal Abdel Nasser annunciò la creazione della Repubblica araba unita a quando il presidente siriano Hafez Al Assad annunciò ufficialmente l’uscita dalla Siria dichiarando così la sua fine. Entrambi i paesi hanno poi sofferto la presenza forte dei fratelli musulmani banditi per decenni dalla vita politica fino all’inizio della cosiddetta primavera araba che loro stessi hanno cavalcato traendone il massimo profitto ed i 2 paesi sono entrati nella peggior fase della loro vita dalla loro indipendenza . Ma mentre l’Egitto è riuscito a limitare i danni ed a riprendere il controllo delle redine del gioco nonostante le turbolenze quasi quotidiane, in Siria la situazione è sfuggita completamente di mano.