In Italia ci sono 5 milioni di persone senza voce. Persone che si alzano presto al mattino e vanno In Italia ci sono 5 milioni di persone senza voce. Persone che si alzano presto al mattino e vanno a letto tardissimo la sera, stanchi morti, ma soddisfatti. Uomini che rientrano a casa quando le mogli ed i figli sono già a letto a dormire. Donne, madri d’Italia, della terza Italia, che curano, aiutano, proteggono. Si battono per gli altri. Persone forti, tenaci, caparbie. Cuore ed anima di un paese sempre più arido, cinico e freddo. Un paese allo sbando che sta perdendo la capacità di sognare. Eppure queste persone sono senza voce. Non sono rappresentate come dovrebbero. Non hanno voce in capitolo quando devono essere prese decisioni che contano, vedi le leggi. Avrebbero tanto da dire, non tanto perché vogliono essere ripagati degli sforzi e dei sacrifici fatti. Ma per essere messi nelle condizioni di potersi sforzare ancora di più con mezzi e strumenti adatti. Questo è l’obiettivo de “La Terza Italia – Manifesto di un Paese che non si tira indietro”, libro di Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ex presidente Unicef Italia. Dare spazio, raccogliere idee o sfoghi di tutte quelle non-voci che compongono l’universo della gratuità. Una sorta di “social catena” di leopardiana memoria che regge il Paese. Il libro, presentato a Napoli, come prima tappa di un tour dell’Italia, ha visto la partecipazione di Luigi Di Maio, vice presidente della Camera, Stefania Pasinelli di Telethon e del Generale Sergio Costa del Corpo Forestale dello Stato. La Terza Italia di Spadafora è un viaggio romantico, personale, di un paese piegato dalla crisi economica e culturale che però non vuole arrendersi. Parte dalla terra natia dell’autore, l’ex Campania Felix, oggi nota come Terra dei Fuochi, che viene presa come esempio simbolico del disastro politico degli ultimi anni. Un fallimento delle istituzioni. Istituzioni che per anni, non ci sono state. Assenti ingiustificate. “Molto spesso, in questi anni le Associazioni, le onlus, gli operatori sociali si sono sostituiti ai Comuni e alle istituzioni – ha spiegato Spadafora durante la presentazione – Questo è un bene certamente, ma anche un male, perché significa che qualcosa nel nostro paese non funziona” Un viaggio che scorre su un doppio binario commuovente. Oscilla tra il raccontare un paese, quello dei “fessi” senza voce, generoso e sano, ricco di talenti ed energie. E quello personale, familiare. “Per tutte le persone che operano nel terzo settore, per i bambini, i nostri figli, il Paese è fortemente indietro. Solo annunci, pochi fatti – ha detto il Garante – Basta vedere i tagli al Fondo Nazionale per l’Infanzia e la legge di stabilità ultima”. Il messaggio e la sfida, con tutte le difficoltà del caso, però è chiaro: non è più tempo di piangersi addosso, di annunci di emergenza sociale senza contenuti e di promesse vuote. È tempo di rimboccarsi le maniche, di sforzi collettivi e di costruire strategie di salvezza e di sviluppo. La politica deve ritornare ad essere programma e azione. Questo chiede il Garante alla politica. Di ritornare ad esser al servizio e non di servirsi dei cittadini. Spadafora è uno che ci crede. Crediamoci. di Alessandro Milone