Arriva l’applicazione che sfrutta l’intelligenza artificiale e le tecnologie investigative per aiutare gli archeologi a risolvere uno dei puzzle piu’ complessi che li impegna da sempre, cioe’ riconoscere e classificare migliaia di frammenti ceramici che ogni giorno emergono dagli scavi in tutto il mondo. Il sistema nasce dall’omonimo progetto europeo appena concluso e coordinato dal Laboratorio Mappa del Dipartimento di Civilta’ e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. La app, basata su reti neurali e una tecnologia simile a quella utilizzata in ambito investigativo per il riconoscimento facciale, e’ gia’ disponibile gratuitamente sugli store digitali Ios e Android debutta in questi giorni al 25/o meeting annuale dell’associazione europea degli archeologi in corso a Berna (Svizzera) fino al 7 settembre. Il funzionamento della app, spiega il ricercatore pisano Gabriele Gattiglia, che e’ anche coordinatore del progetto, “e’ molto semplice perche’ basta scattare una foto con un dispositivo mobile (smartphone o tablet) e inviarla al riconoscitore automatico per riconoscere il frammento e condividere in tempo reale i dati, creando cosi’ un archivio che puo’ essere utilizzato da qualunque ricercatore, studioso o appassionato in qualunque luogo si trovi”. Gli strumenti di ArchAide sono disponibili anche in versione desktop e quindi utilizzabili da pc, permettendo di caricare anche fotografie archiviate nel passato. “La app – conclude Francesca Anichini, project manager di ArchAide – e’ stata sviluppata per riconoscere sia i frammenti decorati, sia quelli privi di decorazione e l’accuratezza del riconoscimento e’ intorno al 75%, ma sara’ proprio grazie al sempre piu’ ampio utilizzo da parte degli utenti che il sistema migliorera’ la propria performance, e da questo punto di vista stiamo gia’ lavorando alla costruzione di un network di universita’, centri di ricerca e aziende che potranno contribuire all’arricchimento del database”.