Perù, Curcio fa il punto della situazione sui casi di contagio

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In foto Carlo Maria Curcio

L’Ambasciatore d’Italia a Lima, Giancarlo Curcio, è intervenuto in video collegamento nella trasmissione “L’Italia con Voi” di Rai Italia per fornire informazioni relative ai nostri connazionali in Perù dove non ci sono i numeri di contagiati che abbiamo in Italia e in Europa ma il Governo locale ha comunque provveduto ad attuare delle misure restrittive. “Per fortuna qui, pur avendo numeri elevati, ancora non si ha una situazione allarmante; tuttavia il Governo ha dichiarato l’emergenza nazionale, ha bloccato i voli interni e anche i voli per l’Europa sono sospesi fino al 16 aprile. Abbiamo poi il coprifuoco il cui orario è stato ulteriormente esteso, può di fatto circolare solo chi è autorizzato”, ha esordito Curcio evidenziando come le istituzioni stiano attuando il tutto in modo duro e stringente, anche perché all’inizio parte della popolazione non ha rispettato le regole e questo ha preoccupato le autorità sanitarie. “Il Perù ha un’estensione di quasi quattro volte quella dell’Italia – ha aggiunto l’Ambasciatore – e ci sono zone che risultano difficili da raggiungere o dove si può accedere solo per via aerea o fluviale: ci sono quindi zone molto vulnerabili anche dal punto di vista della povertà. E’ un mix che ha richiesto misure severe di contenimento. Allo stesso tempo abbiamo ricevuto domande di rientro da parte di un migliaio di italiani, per lo più qui per turismo o per affari: il primo volo di rientro in Italia c’è stato lunedì scorso e ne stiamo istituendo un altro, forse per la prossima settimana. Tornando al discorso precedente sull’estensione del Paese, è stato difficile far convergere i connazionali che si trovavano in zone distanti del Perù, senza contare le problematiche dovute alle autorizzazioni delle varie autorità locali”, ha spiegato Curcio ringraziando il personale della rete diplomatica e la Farnesina per il lavoro svolto. “Abbiamo in questi giorni creato un database dei nostri connazionali – ha proseguito l’Ambasciatore – e siamo riusciti a far rientrare già circa trecento persone. Compatibilmente con le esigenze dei voli, stiamo valutando di dirottare le richieste verso quelle in comune con altri Paesi del nostro stesso continente: in generale parliamo di un bacino di circa dieci o dodicimila cittadini europei e tra questi rientra il migliaio di italiani”.