Renzi torna a Napoli e sprona il Mezzogiorno. Con o senza Masterplan.

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La campagna elettorale per le comunali è finita da un pezzo. E ora che si fa? Intanto sui sedici Patti per il Sud e il Masterplan è calato il silenzio.

Lo si legge in un articolo di Alberto Crepaldi sull’Espresso in edicola (21 luglio, pag 37). Articolo ineccepibile.

Ma se il Masterplan è diventato una specie di fantasma del palcoscenico della politica italiana, per Renzi la questione Napoli è tuttora sul tavolo. Fa parte ormai integrante della sua agenda setting.

A Massimo Adinolfi non è sfuggito. Sul Mattino del 20 luglio tratta l’argomento in un articolo intitolato “La Lezione di Olivetti pe ril Sud” (pagine 1-42).

Leggiamone un passaggio:

“… la situazione italiana, e del Sud in particolare, è la manifestazione di un declino storico, strutturale, che nell’epoca della globalizzazione investe inevitabilmente un’area periferica come l’Italia, e ancor più un’area arretrata come il Sud della penisola, visto che ormai si spostano altrove le determinanti dello sviluppo…

Il punto è però che l’indubbio impegno che il presidente del Consiglio sta mettendo, moltiplicando le visite a Napoli e delle diverse realtà del Mezzogiorno, possa servire davvero a costruire un’impalcatura istituzionale orientata al cambiamento…”.

E infatti, può darsi che i patti per il Sud proposti dal governo, come si legge in un pezzo recente pubblicato dal sito lavoce.info, si limitano a ripresentare liste di progetti predisposte senza criteri di razionalità economica. Probabilmente essi altro non sono, più o meno, che la riedizione della fallimentare programmazione negoziata degli anni Novanta. Insomma, ripropongono tutte le caratteristiche negative che ne hanno fatto allora una esperienza fallimentare.

Il tema del Mezzogiorno futuro prossimo si conferma prioritario. Anzi la riflessione di che cosa sarà il Sud da grande è ineludibile . Perché Napoli e il Mezzogiorno sono indispensabili a dare una marcia in più all’economia italiana. Renzi è troppo intelligente per non sapere che anche la battaglia per il Referendum in autunno si può vincere se sarà netta la sensazione che il Paese si è rimesso in marcia.

Ecco perché Renzi può forse rinunciare al Masterplan ma nona Bagnoli. Da sempre i segnali di cambiamento li cerca nel singolo caso positivo che funziona da solo, non li chiede a una impalcatura complessa e pletorica. Si potrebbe definire, il suo, un metodo induttivo sperimentale che soppianta quello deduttivo della vecchia politica economica alla Ciampi o alla Prodi.