Ricerca, inatteso scudo anti-Alzheimer dalle “pillole dell’amore”

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(foto da Adobe Stock gratis)

“Pillole dell’amore” sotto i riflettori della scienza come possibile scudo anti-Alzheimer. Un nuovo studio pubblicato su ‘Neurology’, rivista dell’Accademia americana di neurologia, indica che chi assume farmaci contro la disfunzione erettile ha un rischio inferiore di ammalarsi della forma di demenza più diffusa. Tra gli uomini in cura con questi medicinali – il più noto è Viagra, ma dopo di lui diversi altri sono stati lanciati sul mercato – la probabilità di sviluppare l’Alzheimer cala di quasi un quinto (-18%), calcolano gli autori del lavoro, che tuttavia precisano: “Lo studio non dimostra che i farmaci per la disfunzione erettile riducano il rischio di malattia di Alzheimer. Indica solo un’associazione tra assunzione e meno pericoli di essere colpiti dal ‘ladro della memoria”. Una correlazione già evidenziata da altre ricerche. “Anche se contro l’Alzheimer stiamo facendo progressi con i nuovi trattamenti che puntano a eliminare le placche amiloidi nel cervello nelle persone ai primi stadi di malattia, abbiamo un disperato bisogno di terapie in grado di prevenire o ritardare lo sviluppo dell’Alzheimer”, afferma Ruth Brauer dell’University College di Londra, nel Regno Unito, autrice del nuovo lavoro. “Questi risultati – sottolinea – sono incoraggianti e giustificano ulteriori ricerche” sul possibile ruolo protettivo dei farmaci contro la disfunzione erettile. Medicinali che agiscono dilatando i vasi sanguigni per permettere un maggiore afflusso all’organo sessuale maschile, e che in un primo momento erano stati sviluppati come antipertensivi. Lo studio ha coinvolto 269.725 uomini con un’età media di 59 anni e una diagnosi recente di disfunzione erettile. I partecipanti, che all’arruolamento nel trial non presentavano problemi di memoria o di pensiero, sono stati seguiti per 5 anni in media. Lo studio ha confrontato il 55% dei partecipanti che assumeva farmaci per la disfunzione erettile con il 45% che non li prendeva. Durante lo studio, 1.119 persone hanno sviluppato la malattia di Alzheimer. Tra i partecipanti che assumevano farmaci per la disfunzione erettile, 749 hanno sviluppato l’Alzheimer, ovvero 8,1 casi per 10.000 persone. Tra coloro che non hanno assunto i farmaci, 370 hanno sviluppato la malattia di Alzheimer, il che corrisponde a 9,7 casi ogni 10.000 persone. Gli esperti hanno calcolato che, a parità di altri fattori di rischio, le persone che assumevano farmaci per la disfunzione erettile avevano una probabilità ridotta del 18% di sviluppare l’Alzheimer rispetto alle persone che non assumevano i farmaci. Alla luce dei risultati sarebbe giustificato svolgere “un trial clinico, con uomini e donne per determinare se questi risultati si applicano anche alle donne”, conclude l’esperta.