Si è aperto oggi alla Università Bocconi di Milano il secondo Festival del Management. Nel saluto iniziale il rettore Francesco Billari ha sottolineato l’importanza del Festival che si fonda sulla capacità di innovarsi delle tecnologie con una visione di lungo periodo valorizzando le diversità. “È dovere dell’università includere più donne nelle discipline in cui la loro presenza è ancora contenuta” ha poi dichiarato Billari. Stefano Caselli, della Sda Bocconi, ha sottolineato che il management è responsabilità e trasversalità di contenuti: di qui la necessità di lavorare sulle connessioni. La presidente di Sima, Arabella Mocciaro Li Destri, ha detto che con “il festival il management si vuole aprire alla società e radicare la sua cultura nel Paese”. Sandro Castaldo, presidente dell’Ifsam, ha precisato che “fondamentale è l’impatto della comunità accademica sulle imprese e che il festival rappresenta una iniziativa unica nel suo genere ed è significativo che affronti temi decisivi come l’impatto della IA sul management e l’inclusione a livello culturale complessivo e non solo di genere”. Ultimo intervento di saluto quello di Roberto Vona, ideatore e delegato SIMA per il coordinamento scientifico del festival. Vona ha sottolineato “la presenza di circa 200 speaker, testimonianza della voglia di unire che anima il management che è al tempo stesso rassicurazione e creatività”.
È quindi cominciata la prima tavola rotonda intitolata “Visionari d’ispirazione: intelligenza artificiale e processi di humanagement” e coordinata dall’editorialista del Corriere della Sera Francesco Verderami. Il giornalista ha messo l’accento sulla necessità di individuare regole per l’IA e su questo è ruotato il dibattito. Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’agenzia per la Cybersicurezza, ha fugato le troppe paure esistenti riguardo l’IA ricordando che le macchine non potranno mai sostituire l’uomo. L’IA è una tecnologia con grandi potenzialità e le maggiori inquietudini provengono dal serf-learning ossia il processo in base al quale l’IA diventa generativa apprendendo da sé stessa. Tuttavia non si torna indietro dal progresso: quel che occorre è una governance all’altezza delle nuove sfide, con attenzione a declinare in modo corretto e non eccessivamente la giusta tutela della privacy. Altro problema decisivo è l’autorialità, ossia la capacità di saper discernere tra ciò che è un prodotto umano da ciò che è frutto delle macchine. Solo così si può evitare il rischio di inquinamento delle fonti e poter distinguere tra ciò che è umano e ciò che è artificiale. Il vice-capo della Polizia di Stato, prefetto Vittorio Rizzi, ha invitato ad abbandonare fuorvianti allarmismi, favorendo una gestione responsabile alla inevitabile resilienza al cambiamento. A giudizio di Rizzi il punto nodale è allestire strumenti tecnologici in grado di individuare il confine tra le categorie di vero, verosimile, virtuale e illusorio, anche lui facendo propria la convinzione che fermare l’evoluzione scientifica non solo è sbagliato ma impossibile.
L’ex ministro ed ex presidente del Cnr nonché attuale numero uno della Cotec, Luigi Nicolais, ha messo in guardia dall’uso erroneo del termine “intelligenza artificiale”. A suo avviso l’importante è capire in che modo si interrogano le macchine e dunque fondamentale è l’etica nell’uso della IA. In realtà il passaggio dall’analogico al digitale ha dato più valore all’uomo e non il contrario. Ad avviso di Nicolais esiste una grande responsabilità della politica che deve essere capace di governare il cambiamento usando lungimiranza e non interventi day by day.
Alessandra Poggiani, direttore generale di Cineca, ha messo in evidenza la necessità di garantire l’acceso al pubblico delle informazioni: anche per questo è giusto valorizzare le start up e le piccole aziende. Per il comandante regionale della Guardia di Finanza della Lombardia, Giuseppe Arbore, invece di preoccuparsi è giusto occuparsi dell’IA. Ci fa paura ciò che non conosciamo e le macchine producono questo effetto. Per questo è fondamentale investire nella conoscenza: siamo obbligati a sviluppare l’IA per evitare il caos.
Dopo Rita Tenan, per decenni impiegata in Microsoft e ora vicepresidente di Salesforce, è stata la volta di Ruggero Guidolin di Credit Agricole Italia: “l’IA – ha puntualizzato – non è un meteorite arrivato all’improvviso, in realtà viene usata da anni. Il nodo è l’IA generativa verso la quale esiste una regolamentazione ancora troppo vaga. Ciò che funzionerà da salvaguardia nel suo utilizzo è l’intelligenza collettiva”.
La seconda e ultima tavola rotonda tavola rotonda della mattinata “Effetto serra effetto guerra, le sfide geopolitiche, ambientali, manageriali” è stata coordinata dal vicedirettore dell’Ansa, Stefano Polli, ed è stata aperta dall’intervento dell’ex ambasciatore e segretario generale aggiunto dell’Unione del Mediterraneo, Grammenos Mastrojeni che ha analizzato il fenomeno del cambiamento climatico e la tutela del mare. Venti centimetri di innalzamento delle acque comportano la salinizzazione delle foci dei fiumi, con un potenziale altissimo di destabilizzazione di colture e territori, non solo quelli adiacenti ai mari. Se l’Europa ha potuto definirsi come continente e non come Asia dell’est è è stato in virtù del suo clima favorevole. La vera rivoluzione è avvenuta diecimila anni fa in quella parte del mondo grazie al clima che ha con sentito lo sfruttamento del suolo e lo sviluppo dell’agricoltura. Il cambiamento climatico tuttavia sta facendo saltare la prevedibilità delle piogge e dell’alternarsi delle stagioni. Una delle conseguenze è che il Mediterraneo da fattore di stabilità sta diventando fomentatore del caos climatico. Ciò nonostante uno spiraglio di ottimismo deriva dal fatto che lo stesso mare possiede importanti potenzialità da sviluppare per la decarbonizzazione. Giulia Giuffré, consigliera d’amministrazione di Irritec, ha illustrato i vantaggi della irrigazione a pioggia nella quale la sua azienda è leader mondiale: una tecnologia che può diventare decisiva per gestire i circa 216 milioni di persone che entro il 2050 potrebbero essere costrette a migrare a causa della desertificazione dei territori e del fenomeno della desertificazione.
Maria Cristina Pedicchio, rappresentante della Missione EU Ocean and Waters, reduce dalla settimana degli Oceani dell’Unione europea, ha ribadito l’urgenza di politiche a lungo termine che salvaguardino l’intero ciclo dell’acqua attraverso quattro obiettivi: la decarbonizzazione; la tutela della biodiversità; la lotta all’inquinamento; una governance strutturale e l’investimento nella conoscenza. Particolare impegno va messo nella lotta all’inquinamento marino per residui di plastica.
Ultimo ad intervenire il contrammiraglio della Marina militare Massimiliano Lauretti che si è soffermato sulle dinamiche per garantire la sicurezza dei mari e la tutela delle vie di transito e di comunicazione che rappresentano interessi vitali del Paese. Forte spinta è in atto negli ultimi anni verso il subacqueo. Lauretti ha ricordato che “quasi l’80 per cento dei fondali marini non è mappato e che il 99 per cento delle comunicazioni digitali mondiali passa attraverso cavi poggiati sul fondo dei mari. E’ evidente la necessità di fare in modo che queste arterie vitali non subiscano interruzioni e non compromettano le necessità italiane. La marina militare ha il compito di impedire che ciò avvenga”.
Dopo la prima giornata ricca di discussioni concrete su tematiche di attualità come l’intelligenza artificiale, la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e la rigenerazione urbana, il Festival del Management prosegue l’8 marzo con una serie di appuntamenti dedicati a management al femminile, inclusività, gender gap e diversity. Per affrontare la Festa della Donna senza retorica, mettendo in campo competenze, testimonianze e risorse concrete in un dibattito qualificato e produttivo. Saranno le imprenditrici, le leader ai vertici di primarie aziende a raccontarci le strategie e le opportunità per una reale parità di genere.