Fincantieri, si riapre il tavolo Stx: attesa la mossa di Parigi

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Occhi puntati su Parigi e sul ministro dell’Economia d’Oltralpe, Bruno Le Maire, al quale da ieri spetta la prima mossa della nuova partita sui cantieri Stx di Saint-Nazaire, aperta da Emmanuel Macron, che vuole “rivedere gli equilibri dell’azionariato” dopo l’ingresso di Fincantieri. L’ipotesi è che Le Maire convochi in tempi assolutamente non lunghi un tavolo fra i protagonisti della complessa vicenda, nessuno dei quali appare intenzionato a rifiutare l’invito del ministro francese e a sedersi al tavolo con intenti belligeranti. Al contrario: da Macron a Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico italiano, tutti sono convinti e affermano che questo “matrimonio” non solo è una grande opportunità per l’Europa e una conferma “dell’eccellenza dei rapporti” fra Italia e Francia (per usare le parole del presidente francese), e che “non c’è alcuna polemica” e che sicuramente si troveranno “soluzioni comuni e condivise” (Calenda). Nessuna guerra all’orizzonte, quindi, ma un tavolo al quale “limare” i contenuti dell’accordo dello scorso 12 aprile che prevedeva quote del 48,7% per Fincantieri, del 6% per la Fondazione CrTrieste, del 33,3% per lo stato francese (con poteri di veto già concordati con l’ad del gruppo italiano, Giuseppe Bono) e del 12% per Dcns (Direction des Constructions Navales Services, partecipato dallo Stato francese). Nel comprensibile silenzio del gruppo navalmeccanico italiano e della CrTrieste (parla la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani: “in Stx CrTrieste non un figurante”), appare comunque evidente che il nuovo tavolo parigino sarà completamente diverso da quello che ha portato all’accordo del 12 aprile. Nel frattempo, infatti, Fincantieri è diventata proprietaria a tutti gli effetti del 66,6% di Stx: lo ha formalizzato lo scorso 19 maggio firmando il contratto dell’asta del Tribunale di Seul e ha già versato anche la prima tranche del pagamento da complessivi 79,5 milioni di euro. In via teorica, lo stato francese potrebbe “sfilare” al gruppo italiano quel 66,6%, ma solo esercitando (entro il prossimo 30 luglio) un diritto di prelazione (previsto dalla legge francese) e arrivando così a una “nazionalizzazione” dei cantieri che sarebbe difficile da spiegare alla luce dello spirito europeista e liberista di Macron. Fincantieri, d’altra parte, ha sempre detto che non vuole fare l’operazione Stx a tutti i costi e che è pronta a perfezionarla nel momento in cui rimane la concretezza e la validità di un progetto industriale (che punta a consolidare la cantieristica europea e a farne un grande player mondiale). E lo ha ribadito anche in questo frangente rispondendo a Bruno Retailleau, senatore di Les Republicains e presidente della Regione della Loira, dove si trova Saint-Nazaire, che dal sito on line francese “Mer et Marine” aveva invitato Macron, prima del suo intervento di ieri a Saint-Nazaire, a riaprire il dossier Stx. Nella Loira, come nel resto della Francia, si voterà l’11 e il 18 giugno, e questo induce a pensare che il nuovo tavolo parigino si aprirà in tempi non lunghi, con un occhio alle urne (più che alla scadenza del 30 luglio) e l’altro al grande mercato globale della cantieristica, che non è fatto solo di navi da crociere ma anche da quelle militari.