La coerenza non è un’arma diplomatica

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In foto Christian Masset, ambasciatore di Francia in Italia
La coerenza non è l’unica virtù che contraddistingue l’essere ; esiste anche quel coraggio che mette l’uomo in prima pagina e non sempre è una doccia di proseliti e applausi; ma il vero coraggio è andare contro i potenti e non coloro che svolgono le normali relazioni diplomatiche e non possono essere giudici politici . Corrado Augias ha mantenuto la promessa presentandosi a palazzo Farnese, che ospita l’ambasciata di Francia a Roma i cui Sua Eccellenza l’Ambasciatore Christian Masset, per restituire la Legion d’onore con le seguenti parole: “Il mio gesto amaro era inevitabile. Lo dedico alla memoria di Giulio Regeni, il giovane accademico torturato e ucciso in Egitto. Ma lo dedico anche alla Francia, patria d’origine della mia famiglia e dell’Illuminismo che ha illuminato, appunto, il mondo, ma ogni tanto ha bisogno di essere riacceso . L’ambasciatore ha detto che capisce il mio gesto e che non lo condivide. Ho ricordato che Gheddafi nel 2009 a Roma è stato ricevuto con la banda e le bandiere ma non gli è stata data nessuna decorazione. Al Sisi, che ha una posizione così ambigua, poteva essere ricevuto con ogni onore di Stato ma senza quel riconoscimento aggiuntivo”.
L’ambasciatore ha ribadito che : “ La Francia sarà sempre in prima linea per i diritti umani.
Non condivido l’azione di Augias e lo dico da diplomatico e italiano: un colloquio amaro e cordiale certamente, e  Al Sisi è oggettivamente complice di comportamenti criminali compiuti da suoi sottoposti, ma un compito diplomatico può prescindere da meriti politici”.  Dietro l’ormai frequente comportamento  dei rais del nord Africa come il caso dei pescatori sequestrati , latita  l’atavica  debolezza del nostro governo, che non vuole difendere a dovere i nostri cittadini curando eventualmente solo gli interessi dello scambio. La famiglia di Regeni deve sentire il calore di un popolo come quello italiano,  che di diritti umani ne dovrebbe sapere più degli altri, e non bearsi di un gesto personale verso una Nazione che ha già gravi problemi interni di tipo politico religioso. I personalismi non servono se non intesi a creare convergenze politiche in questioni delicate come il rapimento dei pescatori in Libia per fortuna andato a buon fine ma denso di luci ed ombre.  Il protagonismo dei giornalisti come Augias è pericoloso, e se uno meno famoso di lui avesse fatto una cosa del genere in Turchia l’avrebbero fatto sparire in poco tempo .