Terremoti, ecco la “scatola” di vetro che protegge gli edifici antichi 

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Un castello, o un edificio antico, se protetti in una ‘scatola’ di vetro, possono resistere ai terremoti. Grazie a sempre piu’ specifiche tecniche di costruzione e all’uso di materiali innovativi, come le fibre di carbonio o vetro, gli edifici sono meno vulnerabili grazie a cinturazioni con cui possono essere ‘fasciati’, resistono alle scosse in modo piu’ efficace. Soprattutto per quanto riguarda il patrimonio immobile storico artistico italiano. L’incontro fra le novita’ tecniche, e l’edificazione antica, e’ possibile grazie ad interventi esclusivamente esterni. L’innovazione tecnologica nell’edilizia antisismica, le modalità costruttive, le tecniche e le tecnologie ed i materiali innovativi sono stati i ‘protagonisti’ di una iniziativa ‘Costruzione e ricostruzione antisismica. Ristrutturazione e rigenerazione urbana’, del ciclo ‘Sapiens Tecnologici’, coordinati da Mario Tozzi, che anticipa l’Earth Tech Expo in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 4 all’8 ottobre prossimi.
“L’approccio che oggi si usa e’ quello integrato, cioe’ quello di realizzare un intervento che migliora le prestazioni strutturali ma che riduce anche i consumi energetici – spiega il professor Andrea Prota, direttore Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura dell’Universita’ di Napoli Federico II – le fibre di vetro e di carbonio, gli isolatori sismici e tutta l’innovazione del settore delle costruzioni, sono a disposizione affinche’ gli edifici e le case siano messe in sicurezza e, contestualmente, siano rese piu’ efficienti sul fronte dei consumi energetici”. Interventi realizzabili ex novo in edifici in costruzione, ma davvero fondamentali per garantire maggior resistenza e sicurezza al patrimonio architettonico del Bel, ma ‘vecchio’, Paese. ‘Impacchettando’ e ‘fasciando’ anche e soprattutto gli edifici antichi, si evitano, inoltre, sprechi e ulteriori impatti sull’ambiente. “Le immagini dei terremoti in Italia, da quello de L’Aquila agli ultimi avuti recentemente nel fiorentino, mettono in luce come i soli investimenti di tipo energetico, e non antisismico, su un edificio, siano assolutamente inutili – ha spiegato Prota – la combinazione invece di interventi strutturali e per il contenimento energetico in un’unica soluzione, realizzabile su edifici monumentali con cordonature di materiali compositi, come ad esempio le catene realizzate in fibra di vetro, fa si’ che questi edifici siano in grado di resistere molto meglio al Terremoto. Inoltre, non si devono abbattere edifici molto obsoleti, creando quindi un ulteriore carico sull’ambiente dovuto ai materiali di risulta delle demolizioni”. Qualche dato. La sismicita’ italiana ogni anno fa registrare all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia tra i 1700 e i 2500 sismi superiori a magnitudo 2.5, a dimostrare che viviamo in territori sismici attivi. Le tecniche costruttive e i materiali innovativi sono quindi imprescindibili, mentre il nostro patrimonio edilizio vede ancora tra i 4 e i 5 milioni di edifici sui 12 milioni complessivi non a norma e a rischio sisma. “Dal Medioevo ad oggi, a causa dei terremoti, 5000 solo quelli di cui abbiamo certezza attraverso le fonti, sono stati abbattuti oltre 4.800 centri abitati, molti dei quali lungo la fascia appenninica, e piu’ volte – ha spiegato Carlo Meletti, sismologo dell’Ingv – terremoti in Italia si ripeteranno per la sua natura geologica – dobbiamo quindi puntare sulla prevenzione”.>