Bilancio, Unimpresa a Draghi: Rendere cedibili i crediti d’imposta di Transizione 4.0

63
in foto il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi (Imagoeconomica)

“La Legge di bilancio per il 2022 può rappresentare l’occasione utile per consentire la cedibilità dei crediti di imposta Transizione 4.0. Si tratta dei crediti d’imposta, introdotti con la precedente ‘finanziaria’, relativi a diverse tipologie di beni agevolabili, alle imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, che, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito d’impresa, effettuino investimenti in beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate in Italia, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022”. È quanto ha chiesto Unimpresa con una lettera inviata al governo.

Opportunità imperdibile per modernizzare il sistema produttivo
“Tali attività, finalizzate al miglioramento della produttività delle imprese, costituiscono uno degli obiettivi fondanti del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e richiedono, conseguentemente, investimenti connessi principalmente alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica. Inoltre, il programma Next generation Eu (Ngeu) rappresenta per l’Italia un’opportunità imperdibile per realizzare quegli investimenti indispensabili a rafforzare e a modernizzare il sistema produttivo e a far crescere l’occupazione, anche attraverso la ripresa del processo di convergenza verso i Paesi più ricchi dell’Unione Europea”, si legge nel documento di Unimpresa. “Purtroppo, gli investimenti privati, anche in ragione del persistere dell’emergenza sanitaria, risultano ostacolati dalla mancanza di liquidità, dal ridotto capitale proprio, dall’aumento dell’indebitamento e dal peggioramento degli indici di bilancio che, inevitabilmente, ridurranno la capacità di accesso al credito bancario delle imprese. In particolare, considerando la composizione del tessuto imprenditoriale nazionale, le piccole e medie imprese hanno avuto la necessità di ricorrere a un maggior indebitamento per far fronte ad una crisi imprevedibile. Per cui, risulta evidente l’esigenza di assicurare la massima liquidità alle imprese, anche favorendo temporaneamente l’accesso a fonti finanziarie innovative, rispetto al passato, vista la straordinarietà dell’emergenza pandemica. In questo quadro, quindi, le misure di incentivazione fiscale rappresentano un tassello fondamentale della strategia nazionale complessiva, tesa ad aumentare la produttività, la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane» osserva il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «I vantaggi di questa misura sarebbero evidenti: la monetizzazione immediata del credito d’imposta, l’accelerazione della transizione ecologica e tecnologica, l’aumento della capacità di finanziamento, la riduzione del rischio di credito del sistema bancario, la creazione di nuova occupazione, soprattutto giovanile, dato che gli investimenti oggetto di agevolazione sono di maggiore interesse dei giovani, ovvero digitalizzazione, innovazione tecnologica e informatica”, spiega Unimpresa.