La Città della Cometa: Alba La Marra

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in foto Alba La Marra

L’Occhio di Leone, ideato dall’artista Giuseppe Leone, è un osservatorio sull’arte visiva che, attraverso gli scritti di critici ed operatori culturali, vuole offrire una lettura di quel che accade nel mondo dell’arte, in Italia e all’estero, avanzando proposte e svolgendo indagini e analisi di rilievo nazionale e internazionale.

di Azzurra Immediato

Il giungere dell’Epifania pone il pensiero a guardare e riflettere verso differenti prospettive, al di là della ritualità religiosa, in un momento in cui il concetto di comunità rappresentato dalla storia delle Scritture rinvia a quella necessità di manifestazione epifanica delle origini che molte religioni affidano alla avvenuta ed attesa relazione tra il divino ed il terreno. Come accade per il Natale, la Storia e le storie si missano, prendono a piene mani dalle leggende, dalle tradizioni popolari, divenendo solco antropologico e traiettoria da cui ripensare il presente di comunità, secondo prodromi di una conoscenza diversa, più profonda e simbolica, al di là delle appartenenze alla Fede. Esiste poi una dimensione, quella del racconto, che si è tradotta in ulteriore tradizione e portando avanti, nel tempo, conoscenza e sapere, strumenti generazionali, affidanti alla memoria della parola scritta un valore collettivo. A tale struttura mnestica va ad aggiungersi un tassello prezioso: La Città della Cometa, un peculiare racconto di Alba La Marra, edito sul volgere del 2021 da Kinetès, nel Sannio beneventano che unisce la grande storia presepiale partenopea con la tradizione del presepe vivente della città di Morcone (Bn), luogo natio dell’autrice la quale, dopo aver presentato in anteprima il volume proprio al pubblico morconese, svela ai lettori de Il Denaro il suo progetto editoriale, un viaggio del tutto inusuale…

Cos’è La Città della Cometa?
La Città della Cometa è un invito a lasciarsi trasportare in un viaggio inusuale alla scoperta di Morcone, caratteristico borgo in provincia di Benevento, che il lettore avrà modo di scoprire – o riscoprire, perché no – attraverso le storie, i luoghi, e i personaggi del presepe. Sia quello vivente, il Presepe nel Presepe, che vi si rappresenta da quasi 40 anni ed è tra i più importanti d’Italia, sia quello tradizionale napoletano, di cui il paese sembra la perfetta riproduzione a grandezza naturale. Questa sorprendente somiglianza è l’anima dell’intera narrazione. Si procede per ‘scene’ – corrispondenti ad altrettanti itinerari – e per ‘suggestioni’: seguendo la scia di un’immaginaria cometa, il lettore si trova a percorrere le vie del centro storico in cui i personaggi legati alla tradizione natalizia prendono vita e, allo stesso tempo, la restituiscono a quei luoghi che da tempo sono, ahimè, sempre meno popolati. La scoperta di Morcone, nei suoi aspetti storici, geografici, culturali procede, così, di pari passo con quella dell’arte presepiale, intrecciandosi l’una all’altra: la Città della Cometa, dunque, mescola le carte, opera una sintesi e racconta in maniera diversa il già noto a chi conosce il borgo e il presepe, mentre fa scoprire entrambi a chi non sa nulla né del paese né dell’arte antica così indissolubilmente legata alle sue pietre, ai suoi luoghi, alla sua gente.

Un racconto, il tuo, che si snoda tra le vie del borgo sannita ma che rimanda alla tradizione del presepe di più ampio spettro, legandosi alla storia e alla leggenda partenopea. Come è nato questo tuo viaggio immaginifico?
Questo viaggio, questo modo diverso di raccontare il paese dove sono nata e cresciuta, è evidentemente frutto del mio essere napoletana d’adozione da circa metà della mia vita. Non solo perché parlo di presepe napoletano, quest’arte antica e sempre attuale che, da svariati anni, è parte del mio lavoro – l’autrice collabora con il collettivo de La Scarabattola di Napoli, laboratorio artistico che si occupa di arte presepiale, n.d.r. – ma anche per la natura del racconto, in cui l’incontro di tanti elementi diversi finisce col costituire un’unica narrazione che, spero, appassioni il lettore almeno quanto ha appassionato chi scrive. È qualcosa di tipicamente napoletano, credo: mescolare per arricchire, stratificare per non perdere, unire per dare, paradossalmente, più valore ad ogni singolo elemento. Ed è così che, tra una lavandaia e una zingara, nel libro ci sono citazioni de ‘La Gatta Cenerentola’ di Roberto De Simone come de ‘La Buona Novella’ di Fabrizio De André: perché, in fondo, tra le righe si offre anche un piccolo spaccato dell’animo umano, delle sue ombre e dei suoi aspetti più luminosi: della vita, insomma. E figuriamoci se c’è posto per rigide separazioni che limitano, incasellano o escludono! La Città della Cometa, infatti, nasce anche dalla consapevolezza che la grandezza del presepe non risiede tanto nella ricostruzione delle vicende legate alla nascita di Gesù quanto, piuttosto, nella capacità di restituire a chi lo guarda un affresco dell’umanità. E questa, con i suoi vizi e le sue virtù, non cambia mai. Sarebbe riduttivo, infatti, considerare il presepe solo come memoria – seppur magnificamente concepita e realizzata – della nascita divina in quanto è, e deve essere, molto di più: un libro aperto che parla all’uomo dell’uomo. La simbologia, i significati evidenti o più nascosti, i personaggi rappresentati raccontano il passato quanto il presente e, nello stesso tempo, diventano monito e auspicio per il futuro. Questa è la caratteristica alla base della ancora enorme forza comunicativa del presepe, intatta dopo secoli. Ed è soprattutto qui che risiede la sua capacità di rapire, ancora oggi, sguardo e mente di chi lo osserva attraverso i suoi protagonisti, i suoi luoghi, i suoi racconti. Tanto da divenire, addirittura, un inedito strumento, un suggestivo elemento narrativo da utilizzare per far conoscere un borgo che un presepe lo sembra davvero.

Morcone, il tuo paese d’origine, trasformato nel luogo di un racconto fatto di meraviglia, scoperta, storia passata e presente, in che modo credi possa essere riscoperto attraverso la tua inedita visione? Un paese dell’entroterra, radicato alle antiche tradizioni, alla storia e che fatica a sostenere i ritmi di una vita 3.0, come pensi possa trovare nuova arguta linfa?
Il Presepe nel Presepe, che ben prima di me ha evidenziato, a partire dal nome scelto, la somiglianza di Morcone con un presepe, ha iniziato in qualche modo a raccontarlo seguendo questa traccia. E dopo 37 anni di rappresentazioni e di successo di anno in anno maggiore, è una tradizione, una delle più sentite nel paese. La Città della Cometa ripercorre queste stesse orme, partendo appunto da una recente ma già radicata tradizione. Utilizza un altro strumento, evidentemente, ma rafforza quella visione, la fa propria, la rinnova e le dà man forte per spingerla a diventare vocazione. In termini pratici, a farsi progetto, incubatore di idee e contenuti che diano una identità ben precisa al paese, sulla quale lavorare con continuità e coerenza. Credo molto nel potere delle parole che riescono a stupire e, ancor di più, incuriosire: e dalla curiosità alla conoscenza il passo è davvero breve. Il libro potrebbe intrigare a tal punto il lettore da spronarlo a ricalcare i passi di Benino, a cercare il ponte sotto cui c’è Mafalda, ad immaginare nelle sue piazzette il chiassosissimo mercato, mentre ne calca la pavimentazione nella tipica pietra bianca locale. Il lettore diventa visitatore e scopre, così, tra un pastore e l’altro, tra una storia e una simbologia svelata, che se Morcone fatica a sostenere i ritmi di una vita 3.0 è perché offre l’esatto opposto: tempi rilassati, ampi spazi vivibili, tanto verde, nessun affollamento. E il morconese, al contempo, ne riscopre l’incanto, quello che si rischia di non vedere più vivendo da sempre gli stessi luoghi, le stesse dimensioni ma anche gli stessi problemi. Che però, soprattutto in un momento in cui siamo tutti chiamati a ripensare il nostro stile di vita, si trasformano in pregi, preziosissimi.

La Città della Cometa è una sorta di mappa in grado di tracciare un nuovo passo, una cartografia emozionale che trae dal racconto e dalla commistione di suggestioni evocate, la possibilità di ripensare il presente, il reale, attraverso una narrazione che si affida anche alla leggenda, al mito, all’allegoria, offrendosi, inoltre, come una sorprendente guida atta alla riscoperta di quell’entroterra tanto amato ma spesso dimenticato. Morcone, il suo borgo medievale arroccato sul Monte Mucre, ove da quasi un quarantennio Il Presepe Cristiano si trasforma in vita vera per alcuni giorni, diviene protagonista di una storia più ampia, si unisce alle radici napoletane e porta in scena un passato che, per molti aspetti, ha il sapore del presente, anche grazie al fatto che la giovane casa editrice Kinetès con questo volume inaugura la collana chiamata Itinerari Culturali. Un libro, molte volte, non è solo un racconto, una storia: diventa piuttosto una topografia grazie alla quale accedere alla scoperta – o riscoperta ,come sottolinea Alba La Marra – di luoghi, genti e incanti. La Città della Cometa, ove parola e immagine – le foto del borgo morconese sono state scelte negli archivi di alcuni autori locali, come Marino Lamolinara, Nardo Cataldi e Domenico Vignone, Paolo Cioccia e Mimmo Salierno in relazione a quelle dei presepi napoletani de La Scarabattola, fotografati da Paola Tufo – si susseguono in una danza senza fine, è epifania nuova e antica al tempo stesso e nelle sue pagine troverete un mondo che desidererete scoprire al più presto, dedicato “a chi sa immaginare e stupirsi ancora…”.

in foto La Città della Cometa, di Alba La Marra, Ed. Kinetes, 2021

in foto La Città della Cometa, di Alba La Marra, Ed. Kinetes, 2021 accanto ad una Natività di Emanuele Scuotto