Tassi, con il caro-rata un calo del 30% del potere d’acquisto: si attende una tregua

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in foto la presidente della Banca Christine Lagarde (Imagoeconomica)

di Francesco Megna*

Con la convinzione che i recenti rialzi del costo del denaro stanno generando benefici per l’economia, il 27 c.m., come da previsioni, la Bce ha alzato nuovamente i tassi di 0,25 punti percentuali portando i tassi sulle operazioni di rifinanziamento al 4,25%.

L’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere il target di inflazione al 2%. Possibile una pausa in settembre, visto che l’inflazione sta calando, ma sicuramente non ci sarà alcun taglio, ha ribadito la presidente della Banca Christine Lagarde: perché è vero che l’inflazione continua a calare ma si ritiene che resti ancora troppo alta per tanto tempo. Con il nuovo scenario la rata dei mutui a tasso variabile è destinata a lievitare, inasprendo così l’incremento del caro-rata ai danni dei mutuatari, che in poco più di un anno hanno subito un esborso rilevante e con un TAN in crescita sino ad almeno alla fine del 2023.

Il peso della rata mensile è arrivato a pesare sino a quasi il 60% del reddito netto mensile raggiungendo livelli di preallarme per le fasce di reddito che vanno dai 1.100 ai 1.800 euro netti mensili. Secondo i dati riportati nel bollettino trimestrale della “Bussola Mutui CRIF-Mutui Supermarket.it” e riferibile all’andamento richieste mutui per finalità sul canale online il 61% delle richieste è finalizzato all’acquisto della casa mentre il 32% si riferisce alla finalità surroga; per quanto riguarda invece le erogazioni nel secondo trimestre 2023 le surroghe pesano per 1/4 circa delle richieste mentre il 70% delle operazioni perfezionate le finalità prevalenti sono riferibili all’acquisto della prima o seconda casa: quasi tutto scelgono il tasso fisso: un dominio assoluto, con i richiedenti che cercano protezione dai rialzi dei tassi. Nel secondo trimestre dell’anno, il tasso fisso è arrivato ad assorbire il 97% delle richieste in Italia tra acquisti e surroghe , con il variabile al 3%. Entrando nel particolare, si nota come l’aumento di popolarità registrato per i mutui a tasso fisso, nel corso degli ultimi tempi, sia da correlare anche a nuove offerte mutuo, che presentano tassi fissi decisamente vantaggiosi rispetto ad omologhi mutui a tasso variabile.

A questo punto il caro-rata , che ha determinato un calo del 30% circa del potere d’acquisto del consumatore rispetto all’inizio dello scorso anno spinge sempre di più le famiglie a rinviare i progetti per l’acquisto di una casa con conseguenze sulla richiesta di nuovi mutui, in calo del 22% circa rispetto al corrispondente periodo del 2022. I dati del solo mese di Giugno rivelano un calo a doppia cifra: -11%. Da rilevare poi che una recente circolare ABI ha invitato gli Istituti di Credito ad allargare la platea de beneficiari della rinegoziazione dei mutui accogliendo anche famiglie con redditi superiori ai 35m euro a con mutui di importo sopra i 200m euro. Sempre secondo i dati forniti da Crif, nel secondo trimestre del 2023 il 40% delle richieste di mutuo superano i 25 anni di durata , mentre le richieste di mutuo con importo inferiore ai 100.000 euro rappresentano il 35% circa del totale richieste sul canale online. Per quanto riguarda il mercato immobiliare va da sè che il rialzo dei tassi, la crisi economica globale nonchè la paura di una recessione contribuiscono ad un rallentamento del settore con un numero di compravendite in calo dell’8% circa rispetto allo scorso anno. Il dato negativo delle compravendite è poi inasprito dal calo delle richieste di mutuo per l’acquisto della casa rispetto ad un anno fa. In calo anche il prezzo degli immobili oggetto di mutuo. Si è diffuso un clima di attesa sia per il residenziale che per il settore corporate con l’auspicio che verso la fine del 2023 terminino le politiche restrittive.

*Referente Commerciale in Banca