A Roma il lavoro dei ministri e delle commissioni procede. Nonostante la risonanza delle guerre

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(Imagoeconomica)

A Roma, nelle aule parlamentari, sono diversi e di importanza strategica i tavoli di lavoro predisposti perché intorno a essi possano essere trattati argomenti di particolare interesse. Pur se coperti dalla maggiore risonanza delle guerre e dal rumore di questioni internazionali, le varie diatribe un gradino sotto delle stesse, il lavoro dei ministri e delle commissioni, stanno comunque procedendo. Molto probabilmente non nella maniera spedita che richiederebbero fosse adottata, quindi suscettibile di essere monitorata con particolare attenzione dalla Commissione europea. Del resto fra 45 giorni il 2023 sarà finito e il Governo dovrà dar conto di diversi impegni assunti con la UE.

Un solo caso può bastare a confermare quanto appena espresso: gli adempimenti di ogni genere perché possa essere incassata la quarta rata del PNRR. Non è impegno di poco conto, peraltro condizionato pesantemente dalla circostanza che esistono chicanes sul circuito dei diversi uffici deputati al vaglio dei vari problemi. Sono in ritardo anche di mesi sul termine assegnato perché si pronunciassero. È noto che la UE stia monitorando anche nell’intervallo tra l’erogazione delle rate quanto stia facendo ciascuno dei suoi paesi assegnatari e che la Commissione stia comunicando, a mo’ di azione di stimolo, al Ministro per l’Economia Giorgetti quanto abbia a cuore la vicenda Italia. Vale la pena ricordare che il PNRR è in assoluto la frazione di maggior consistenza finanziata dal NGEU. Oltre quanto appena ricordato, è innegabile che la questione dello sciopero generale in programma per venerdì stia sottraendo buona parte del tempo utile della settimana all’attività di Governo.

Questa distrazione dell’Esecutivo è l’ultima cosa che gli italiani avrebbero desiderato, tale e tanta è la quantità di cibo sul fuoco. Alla fine a incidere sulla tabella di marcia dell’Esecutivo, non saranno solo le ore della manifestazione di venerdì, ma a esse si dovranno sommare anche quelle perse nel corso della settimana a riflettere sul diritto degli italiani allo sciopero. Si sta rasentando, osservando i siparietti messi in piedi dai protagonisti, qualcosa che ricorda da vicino I dibattiti delle Carmelitane scalze sul sesso degli angeli. Intanto, sempre ieri,  oltreoceano e precisamente a San Francisco, nel corso dell’evento organizzato dall’APEC, l’Associazione che coordina la collaborazione tra Occidente e Oriente, con la partecipazione di molti leaders convenuti da più parti, c’è stato l’incontro di Biden, Presidente degli USA con XI Jimping, Presidente della Repubblica Cinese. È stato quello che può essere definito un incontro al vertice, tanto il risultato dello stesso influirà sui destini delle due parti del mondo, est e ovest, principalmente al fine di creare condizioni di stabilità per l’intero pianeta.

Nelle prossime ore si verrà a conoscenza degli argomenti che i due hanno affrontato, mentre per ora si può trarre un preconsuntivo del valore di quell’incontro. Di per sé vale già tanto il fatto in sé, cioè che si siano visti da vicino e che abbiano avuto modo di esprimere de visu tutto ciò che ciascuno dei due imputa all’altro. Senza dimenticare che dopo i vari “incidenti” di percorso verificatisi negli ultimi tempi, quello della visita della Speaker della Camera USA Nancy Pelosi a Taiwan, tra quelle grandi potenze si era creata una parete di ghiaccio che solo ora, almeno in parte, si va sciogliendo.Tutto ciò, come prima accennato, non avrà effetto solo tra le due superpotenze, ma anche per il resto dei paesi che fanno capo a esse. Le varie vicende che per diversi motivi hanno limitato gli scambi commerciali sia tra le stesse protagoniste che tra le nazioni che orbitano nelle rispettive aree di ingerenza, ancora oggi stanno limitando non di poco i risultati globali dell’impor-export. Non è parva materia, in quanto gli stessi sono da considerare tra i fattori che più incidono sulla crescita del benessere globale. Sarebbe ora e tempo che quanti determinano le sorti dell’umanità giungessero a più miti consigli. Non fosse altro che per la propria tutela.

La storia insegna che quando la diatriba arriva ai massimi livelli, di quanti la hanno innescata non ne esce bene nessuno. Se intere popolazioni continuano a subire tentativi di sterminio senza alcuna motivazione che, anche solo in parte, le motivino, i danni conseguenti ricadranno anche su entità territoriali di importanza più limitata. Si corre così il grande rischio che si riproponga quanto accadde in campagna tempo fa. Alcune famiglie decisero di partire per un pellegrinaggio, portando con loro un asino carico di generi di conforto. Poiché faceva caldo, quei devoti cominciarono a liberarsi del vestiario, che adagiavano sull’asino. A un tratto quell’animale stramazzò a terra senza vita. Uno dei pellegrini osservò che, alla fin fine, gli indumenti poggiati sulla groppa di quell’asino, presi da soli, pesavano poco. Gli fece eco un altro di quel gruppo. che aggiunse che erano diversi i capi di vestiario che si erano accumulati sulla groppa della povera bestia. Se ne desume che tanti comportamenti minori di rilievo negativo, se sommati, portano a conseguenze imprevedibili. Volendole definire con maggior proprietà di linguaggio, a un vero e proprio conflitto mondiale.