La Liberazione: un ponte tra ricordi sempre vivi e tanta violenza insensata

Il 25 aprile, festa della liberazione dell’Italia dal giogo nazista, per tutti gli altri paesi è stato un giorno come un altro. Non bisogna andare lontano per averne conferma, stante la puntuale informazione sui fatti ricevuta in tempo reale via etere. Giovedì, in Italia, dal Capo dello Stato ai rappresentanti delle Istituzioni, sono stati pressoché tutti impegnati su più fronti per celebrare tale ricorrenza.
L’organizzazione ha assistito vari eventi in località diverse ma tutte in ambiti atti a contenere scontri occasionali con le forze dell’ordine. Esse sono dovute rimanere allertate a tutto tondo, a ragion veduta. Si sono comunque manifestati incidenti tra gruppi di manifestanti, soprattutto a Roma e a Milano, riconducibili alle guerre in corso. Osservati con gli occhi del giorno dopo, quegli scontri danno l’ idea chiara del significato che hanno voluto esprimere le opposte formazioni, ricorrendo alle maniere forti. Non poteva mancare quel sottofondo musicale evergreen, mentre è stata glissato ancora una volta l’uso di due parole, una sola se usata come nome composto. È “antifascismo”, che in determinati ambienti stenta a a essere recepita e usata. Non é un voler troppo, con più linearità è un semplice sigillo lessicale di chiusura, apposto su qualsiasi recipiente immaginario, predisposto per contenere evidenti riferimenti al ventennio fascista. Come accennato in apertura, qualche italiano di caratura internazionale, l’altro ieri e stato impegnato
oltreconfine. È interessante leggere cosa ha dichiarato in trasferta, più in dettaglio a Francoforte, Fabio Panetta. Lì Il Governatore della Banca d’ Italia ha presenziato alla conferenza inaugurale della ChaMP, organismo specializzato di complemento alla BCE. È stato messo a punto per monitorare i risultati a livello comunitario della politica monetaria posta in essere dalla Bce. Per il n. 1 dell’Istituto di emissione è stata l’occasione adatta per ribadire un suo pensiero, espresso già qualche giorno prima nell’aula magna dell’ Università Roma Tre. È successo l’altra settimana, quando ha ricevuto la laurea honoris causa da quell’ ateneo. Era presente anche il professor Draghi mentre il Governatore, nel suo intervento, ha affermato che gli interventi di politica monetaria, in un sistema economico libero, debbono essere dosati con la “bilancia del farmacista”. Così è definita in campagna la bilancia di precisione. Oltre alla quantità, va tenuta sotto controllo rigido anche la durata dell’utilizzo di quello strumento finanziario. Esso, per sua natura, non deve essere né troppo breve, né troppo lungo. L’ efficacia di ciascuna di quelle manovre deve essere verificata di continuo per testare la sua efficacia in aiuto alla politica economica. È solo quest’ ultima che è in grado di creare nuova ricchezza.
Quel Relatore ha aggiunto che attualmente la Bce, di cui é stato membro del board, deve prestare attenzione alla tempistica di attuazione della riduzione del tasso dell’euro. Come nel caso del gioco, che, quando è bello, dura poco, così è accaduto per l’euro e per il dollaro. Quando fu deciso sia nella Ue che negli Usa di azzerare i tassi delle valute gestite, in alcuni periodi compressi fino a sotto lo zero, si sentirono sollevati tutti, imprenditori e famiglie. Ristabilita una currency pressochè normale, al momento sia il rendimento
del dollaro che quello dell’ euro non risultano confacienti al nuovo stato dell’economia in senso lato. Tanto sta avvenendo perché quegli indicatori del costo del denaro, ora sono alti, alfine del raggiungimento dell’equilibrio economico di ciascuna realtà produttiva. Al momento l’obiettivo della riduzione del tasso di inflazione è stato pressochè centrato. Non così per gli obiettivi di crescita del PIL, sia sulla costa europea dell’ Atlantico, sia su quella americana.Per evitare di perdere i vantaggi ottenuti dalle due realtá geopolitiche convalescenti, entrambi i relativi medici curanti debbono allentare la posologia nel somministrare i presidi medici. Altrimenti potrebbe essere additato agli stessi un eccesso di zelo, con il rischio che le due convalescenti vadano in overdose. Proprio in questo frangente, sarebbe come attizzare un fuoco che già sta rovinando, senza riserve, gli sforzi di buona parte dell’ umanità.