Le vie della seta non passano a sud

in foto da sinistra Gentiloni e Xi Jinping

Nel periodo di giugno scorso il Presidente del Consiglio Gentiloni era in visita a Pechino dal Presidente Cinese Xi Jinping, ha avuto questo ruolo dell’amico consigliere, il tema principale che si è evidenziato nell’incontro è il rafforzamento dei mercati tra Unione Europea e Cina. In particolar modo la mia attenzione si è incentrata sulla realizzazione del grande progetto “Le vie della seta” che prevede la creazione di un percorso commerciale del “Made in China” verso l’Europa,  in cui sono previsti ingenti investimenti da parte dello stato Cinese.  In questo percorso sono stati individuati due tappe, due porti italiani, Genova e Trieste. Dagli studi fatti questa iniziativa sarebbe importantissima per la nostra economia in quanto inciderebbe notevolmente sul aumento del Pil nazionale, situazione infatti non vista di buon occhio da i tedeschi, perché valorizzerebbe non poco la nostra presenza in Europa. Il Presidente ha suggerito queste due destinazioni,  escludendo completamente il meridione, non creando neanche in alternanza visto che le mete risultano due. La scelta forzata forse per i milioni d’investimenti non spesi per infrastrutture e riqualificazione, come per esempio il porto di Napoli. Questa scelta è comunque una nota negativa che fa crollare tutte le buone intenzioni d’intervenire sulla ripresa del Sud da parte del governo, perchè ovviamente il valore positivo sarà soprattutto per chi riuscirà ad usufruire del passaggio commerciale. Questo tsunami economico per l’area meridionale sarebbe fucina di sviluppo e sicuramente la possibilità di crescere  in tempi brevi.

E’ vero anche nel’ultimo periodo si percepisce tanta voglia di cambiamento e qualcosa si riscontra, ma il segno meno pesa ancora tanto,  i milioni non spesi , interessi internazionali spostati altrove, burocrazia lumaca e a tanto altro fanno spostare per adesso le vie del futuro, che non passano per il  Sud.