L’Italia, seppure capovolta, può essere considerata una delle teste pensanti della Ue

(Imagoeconomica)

Un quesito che va sempre più affiorando sulla bocca di molti cittadini dovunque, sta facendo proseliti. In sintesi suona così: se chi di competenza è del tutto convinto che il passaggio dall’impiego di energie prodotte con combustibili fossili a quelle cosiddette rinnovabili o green, sia da ritenere legato solo all’ energia elettrica, ottenuta con procedimenti green. Affianco alle ipotesi di studio, altre considerazioni sul campo innestano dubbi sul potere inquinante di batterie esauste e altri residui del genere. Essi sono generati dalle modalità di utilizzo di quel tipo di energia. Si aggiunga che in un sondaggio tra i proprietari di automobili elettriche, quanti sono scontenti per aver comprato un’ automobile “a pile” sono molti di più di quanti si ritengono soddisfatti.

Intanto si apprende che la Germania è già  avanti sul fronte dell’alimentazione con l’idrogeno. Il particolare appeal all’ utilizzo di quel gas, consiste nel poter utilizzare lo stesso in tempi contenuti per alimentare buona parte dei motori già in circolazione. Basterà apportare agli stessi poche e semplici modifiche e il gioco sarà riuscito. Il motivo principale che fino a ora non aveva fatto premere l’ acceleratore sugli sviluppi di quella tecnologia, è che l’idrogeno è di per sé un gas tecnico, che va non solo stoccato, ma anche prodotto e trasportato in contenitori a tenuta. È di ieri la notizia che un’azienda italiana di lungo corso, la SNAM, operante dappertutto sul pianeta, a ragione considerata di alto valore a livello internazionale per il suo operato, ha messo a punto e già da tempo sperimentato una tecnologia molto avanzata. Essa induce a fare alcune considerazioni, come gli addetti ai lavori stanno già facendo, di particolare interesse.

La SNAM è già in grado di realizzare gasdotti e recipienti di stoccaggio con funzionalità duplice, nel senso di essere adatti per far viaggiare, in maniera alternativa, metano e idrogeno. Aggiungendo che è prossimo l’inizio della la posa di uno di quegli impianti sul lato est della Penisola. Esso collegherà il sud con il nord. È superfluo aggiungere che, se ll problema della costruzione di strutture adatte alla bisogna è da ritenersi in buona parte risolto, altre complicazioni importanti sono già allo studio per sciogliere l’ultimo nodo della  distribuzione di quel combustibile. Si riferisce alla  parte destinata al retai, il vero e proprio passaggio finale prima di essere pompato nei serbatoio delle automobili. Lo stesso varrà anche per raggiungere gli impianti civili, per poter essere utilizzato con l’impiego in tutti i settori in cui sarà possibile farne uso. La strada è ancora lunga per poter ritenere di aver trovato una soluzione giusta per spezzare definitivamente il legame che tiene uniti impianti civili e industriali all’oro nero e ai suoi derivati. Il sapere di non essere legati a doppio filo con l’energia elettrica, fa sembrare meno scuro il futuro prossimo venturo. Sempre che non venga un colpo di genio a qualcuno che rimetta in discussione quanto fatto fin’ ora. Avverrebbe se venisse proposta una soluzione alternativa completamente diversa da quelle illustrate.

Lo scrittore inglese Ian Fleming, vissuto nella seconda metà del secolo scorso, fa dire al suo personaggio, il più che celebre James Bond ovvero l”agente 007, che la prima regola necessaria per sopravvivere è porgere orecchio alla regola: ” mai dire mai”. Finora ha sempre funzionato, quindi è bene continuare così. Non si sa…mai