Lo sport è davvero una grande metafora della vita

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Lode della cattiva considerazione di sé (Wislawa Szymborska) La poiana non ha nulla da rimproverarsi. Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera. I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni. Il serpente a sonagli si accetta senza riserve. Uno sciacallo autocritico non esiste. La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti. Il cuore dell’orca pesa cento chili, ma sotto un altro aspetto è leggero. Non c’è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sistema solare. Aspettavo che Prandelli facesse un intervento per “spiegare” il nostro andamento ai mondiali. L’ha fatto, con piglio autocritico, dicendo che Balotelli è immaturo che era deluso del comportamento di Rossi, che faceva davvero molto caldo e che se avesse dovuto avrebbe fatto le stesse cose. Sembrava che dicesse “che ci posso fare se sono incriticabile”? Un vero leader: argomentativo, responsabile, difensivo dei suoi uomini, capace di apprendere dall’esperienza, pronto a essere presente ancora per rispondere con lucidità ai ridicoli tentativi di criticare le sue azioni. Ma è sempre così. I luoghi di potere sono prevalentemente occupati da persone che fanno cose, non da leader che vogliono ottenere risultati. Sono ora in galleria Umberto e guardo con dolore lo scempio di quello che è successo e la strada ricoperta di fiori per quel povero ragazzo morto. Questa città, che siccome non è trattata con amore, si ribella e uccide, con le piante che cadono, con i palazzi che crollano, con le strade che si aprono, buttando le pietre. Certo sbaglia mira perché i responsabili sono nascosti, come sempre. Anche qui è “istruttivo” sentire le dichiarazioni dei “responsabili” che esprimono il loro sdegno verso i responsabili! Torno alla metafora: lo sport è oggi un’espressione fondamentale della convivenza umana, in alcuni momenti storici, come questo dei mondiali di calcio, diventa un “appuntamento” intenso di confronto e sfida, di fratellanza ed emulazione, occasione potente di comunicazione della propria identità che esprime la leadership, i valori, l’organizzazione, le motivazioni, l’integrazione, i sentimenti, ecc. Le discipline sportive come il calcio già nascono molto “competitive”, stimolate dall’escalation d’appetibilità socio-politica e trasformate in business, hanno, altrove, accelerato i loro percorsi alla ricerca del miglioramento continuo e dell’eccellenza su scenari sempre più visibili e complessivi. L’eccellenza negli sport di squadra si sostanzia in una leadership forte che sappia creare e gestire un gruppo vincente, o che perlomeno tenta di esserlo e se non ce la fa, si capisce che però ha fatto tutto il possibile per riuscire e allora la sconfitta diventa una specie di vittoria. Nelle aziende, e negli scenari competitivi in generale la sfida competitiva si è fatta via via più esasperata avendo come criteri di riferimento l’eccellenza del servizio, la centralità del cliente, l’innovazione continua, per creare “valore”. Bisogna imparare a vincere – ed anche a perdere in verità – accettando la competizione quotidiana e imparando almeno, ma la prima condizione per imparare è accettare l’idea che questo sia possibile. Prandelli non ha mai vinto niente, ha sempre coltivato la capacità di far pensare che avrebbe potuto vincere qualcosa. Propongo questa tabella dei comportamenti di un leader di squadra. Prandelli, i nostri responsabili sembra che facciano qualcosa di questo tipo? No, fanno il contrario, ovviamente ottenendo l’opposto. Il calcio è una grande metafora di questa nostra nazione sempre più triste e sempre più senza orizzonti, dove la paura della morte è sempre più sostituita dalla paura della vita.


Che cosa fa il leader di una squadra sportiva o di un’impresa o città • Ha la totale conoscenza del potenziale a sua disposizione e sa come trasformarlo in prestazione. • Ha competenza comunicativa razionale ed emotiva. • Alterna dinamiche push e pull ma sempre è chiaro il valore che dà al soggetto. • Individua deficienze e punti di caduta individuali per poterli correggere e potenziarli al fine di raggiungere un risultato complessivo di gruppo. • Lavora su fondamentali di competenza al fine di raggiungere una preparazione fisica e mentale pronta per affrontare le gare. • Identifica le diversità di ruolo per un’ideale distribuzione in campo, in una logica di rete mentale. • Trascinare e motivare la squadra al fine di raggiungere i risultati. • Organizza e fa realizzare le tattiche di gioco condividendole con il team. • Apprende dagli errori ed ha senso di responsabilità. • Difende sempre il suo team, anche se poi sa, essere severo in modo circostanziato e oggettivo. • Trasmette alla squadra la mentalità vincente e lotta contro la cultura degli alibi. • Crea un gruppo dove leader e squadra crede e agiscono allo stesso modo per lo stesso obiettivo. • Coltiva continuamente la fiducia e il piacere di stare insieme facendo quello che si fa.