La burocrazia è un altro mondo

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Qualsiasi cosa si debba fare, anche se il sistema del mondo normale cerca di essere efficiente al massimo, se ci si trova nell’altro mondo, quello della burocrazia (del burocraticismo) tutto si rallenta si ferma si altera si arriva da un’altra parte, si lascia perdere, a volte ci si uccide.
La burocrazia è un altro mondo che s’inserisce nella normalità snaturando il senso e presidiando l’inefficienza come propria missione con cani abbaianti a difesa del vuoto.
La burocrazia vuole impedire il fare, la sua stupidità vuole fare impazzire la gente, chiede e vieta simultaneamente le stesse cose.
Possiede un’altra lingua, l’antilingua, una lingua incomprensibile che si sovrappone a quella normale creando processi babilonesi e dove il geroglifico è la strada più breve tra due punti.
Il linguaggio burocratico ha un suo non senso caratterizzato da forme incomprensibili che determinano, in realtà, una controcultura.
In particolare, questo linguaggio, aborre ogni parola dotata di un significato concreto e famigliare, per creare una cortina fumogena di vocaboli incomprensibili (anche a coloro che li usano). Questo linguaggio determina, forza comportamenti e quindi inventa la realtà, una realtà assurda, di malessere.
La lingua, in sostanza, è costretta in una costruzione innaturale e non esprime la realtà vissuta dai comunicanti, ma crea una realtà parallela: astratta, impersonale e contraria al buon senso.
Nell’antilingua burocratica ritroviamo l’ambiguità propria del linguaggio, che ha tutte le potenzialità per poter mistificare manipolare imporre il non senso che ha lo scopo di mantenere il potere-
Un potere negativo a somma zero che può continuare ad esistere solo se impedisce il fare.
Il burocrate è un ladro vestito da guardia, che ha avuto la divisa e il ruolo dal sistema di potere che alla fine convalida tutto dove il suo gioco è di convalidare entrambe le figure.
Quindi certo il problema è la burocrazia e il burocrate ma prima ancora è chi definisce i giochi e i giocatori.