Macro Regione, economisti e professionisti a confronto: Perché il progetto è vincente

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La Macro Regione del Sud è un progetto pienamente attuabile. E’ quanto emerge dall’incontro ospitato qualche giorno fa presso la sede dell’Ancrel a Napoli. Tony Quattrone, economista italo-americano, professore associato presso l’Università del Maryland negli Usa e presidente del cda della International School of Naples, ritiene plausibile una simile prospettiva. “Purché – dice – si dia corso a una solida riqualificazione infrastrutture dei territori. Prima delle norme vengono i collegamenti e questi devono essere efficienti”. Un primo passo, secondo Quattrone, “lo ha fatto il Governo con l’applicazione della legge 18 del 2017, che definisce un criterio di ripartizione della spesa statale su base regionale commisurato alla effettiva popolazione”.

Adriano Giannola
In foto Adriano Giannola

E adeguando così, almeno in parte, la bilancia delle risorse finanziarie tra Nord e Sud. Ugo Marani, economista e docente universitario, ritiene necessaria “una programmazione su base almeno decennale”. Per farlo, però, “bisogna far aprire gli occhi ai Governi regionali e creare una classe dirigente in grado di ragionare su un progetto di sviluppo e non fermarsi esclusivamente a quanto accade lungo la sola durata del proprio mandato istituzionale”. Paolo Pantani, presidente emerito di Acli Beni Culturali e promotore dell’iniziativa Macro Regione del Sud insieme a Stanislao Napolano (presidente dell’Associazione “Filangieri”), recependo il documento sulle strategie macro regionali del professore Andrea Piraino dell’Università di Palermo, pubblicato sulla rivista www.federalismi.it, spiega che “le Acli si impegnano a coinvolgere e convogliare sotto un unico manto tutte le voci che richiedono un processo di cambiamento concreto, programmato, efficiente ed immediato attraverso il quale segnare le linee guida per la ripresa del nostro territorio”. Approfondita l’analisi sul sistema di riscossione dei tributi locali del dottor Ciro Filosa che, sul tema dell’incontro, evidenzia come “nel Titolo V della Costituzione sono previsti meccanismi che consentirebbero alle unità interne della Macro Regione di avere entrate proprie e di uscire dalle difficoltà attuali, visto che spesso non si sa nemmeno come riscuotere i tributi locali”. Stanislao Napolano, invece, cita dati di studi sulle potenzialità economiche della Regione Campania, che ovviamente sarebbero meglio espresse all’interno di un soggetto macro regionale del Mezzogiorno. A fare gli onori di casa la commercialista Paola Giordano, presidente regionale di Ancrel, che ha portato ai presenti la sua esperienza in tema di società partecipate. Per l’avvocato Emanuele Raimondo la Costituzione sembra appoggiare una tale iniziativa in quanto vi sono gli articoli 116 e 117 che legittimano l’esistenza di Regioni a Statuto Speciale e ne regolano i limiti di competenza legislativa, lasciando autonomia in campi non comperti da riserva di legge”.

In foto Paolo Pantani

Guarda al prossimo Governo il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, che suggerisce l’idea di creare una sorta di ministero degli Esteri della Macroregione che possa condurre programmi concreti per l’attrazione di investimenti esteri, soprattutto privati. L’imprenditore Luigi Di Mauro pone l’attenzione sull’attrazione degli investimenti, che in un contesto di Macro Regione, diventa determinante per lo sviluppo economico. “E’ un problema da affrontare in maniera strutturale, osservo solo che al momento non siamo in grado di frenare la fuga dei nostri cervelli e, di conseguenza, non possiamo pensare di attrarre capitali e iniziative imprenditoriali”. Il tema del divario Nord Sud è al centro dell’intervento del professore Pasquale Gallifuoco. “Non si tratta di una mancanza di competenze ma forse di una disparità di trattamento tra progetti del Sud e progetti del Nord. Risulta difficile ipotizzare che progetti, in linea con tutti i parametri definiti dall’Europa, vengano bocciati nonostante siano presentati da istituzioni come le Università campane, che sono motivo di vanto nazionale nel campo accademico”. Non ha potuto prendere parte all’incontro ma segue con grande attenzione lo sviluppo dei lavori il professore Adriano Giannola, presidente della Svimez.