Mostre, con Fergola lo splendore di Napoli primo Ottocento

45
 
Come un ‘reporter’ d’eccezione della Napoli della prima metà dell’Ottocento quando era la città più popolosa e vivace d’Italia: così può definirsi Salvatore Fergola (Napoli 1796-1874), protagonista, fino ad oggi dimenticato, della pittura negli anni della Restaurazione quando la città partenopea era una metropoli all’avanguardia in Europa. Da oggi alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli, è aperta al pubblico la mostra “Fergola. Lo splendore di un regno” (fino al 2 aprile). L’esposizione su quello che fu l’ultimo pittore di corte, nasce da un lavoro di ricerca sulle opere e sui documenti ed è curata da Fernando Mazzocca, Luisa Martorelli e Antonio Ernesto Denunzio. Le opere raccontano una Napoli che per sua bellezza era adorata dai viaggiatori che venivano da tutto il mondo, e da geni come Rossini e Leopardi. Fergola ne dipinge la vita quotidiana e la ricchezza in imponenti opere provenienti dalla Reggia di Caserta, dal Palazzo Reale di Napoli, dal Museo di Capodimonte, dal Museo di san Martino, oltre che da varie collezioni private: dagli ultimi splendori di una corte ancora sfarzosa – di cui rappresenta i luoghi, tra la Campania e la Sicilia – agli eventi, come le cacce e i tornei. Ma è anche l’interprete della vocazione alla modernità, rappresentando, in quadri rimasti unici, la nascita della prima ferrovia italiana, il varo del primo battello a vapore, la costruzione dei primi ponti in ferro. Fergola non è solo uno straordinario cronista della vita di corte e di eventi pubblici, ma un artista incredibilmente versatile che, nelle vedute, nelle marine, nelle scene di naufragio, nei temi biblici, ha saputo esplorare anche i territori del sentimento e della fantasia, partecipando alla rivoluzione romantica.