Pubblica amministrazione, assunzione dei precari: la Corte dei Conti boccia la circolare

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La circolare che sbloccava la spesa per la stabilizzazione dei precari del pubblico impiego e’ stata ‘bocciata’ dalla Corte dei Conti. ll provvedimento (firmato dagli ex ministri della P.A. e dell’Economia, Marianna Madia e Pier Carlo Padoan) eliminava il tetto che rischiava di bloccare le assunzioni. Un problema, sentito soprattutto negli enti di ricerca, che gravita intorno al salario accessorio e all’impossibilita’ di aumentarlo in proporzione ai nuovi ingressi. La questione era nota e ora i magistrati contabili intervengono ufficialmente. Sul sito web del ministero si dai cosi’ conto della decisione: “La Corte dei conti, Sezione centrale di controllo di legittimita’ su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato, nell’adunanza del 7 agosto 2018, ha deliberato di ‘ricusare il visto e la conseguente registrazione’ alla circolare n. 2 dell’8 maggio 2018”. Gia’ il mese scorso la titolare della P.A, Giulia Bongiorno, aveva dato rassicurazioni sul punto, garantendo che il governo era pronto a un intervento normativo per dare una soluzione al caso.
Nella circolare (intitolata “chiarimenti” in materia “di superamento del precariato. Riflessi sui fondi destinati alla contrattazione integrativa”) si sosteneva che i piani per le stabilizzazioni, introducendo deroghe al regime ordinario delle assunzioni, permettessero di sforare i vincoli, purche’ fossero presenti le coperture. La questione nasce dal fatto che il budget dedicato all’accessorio non puo’, per legge, essere aumentato oltre il limite fissato per il 2016. Ma questa regola, secondo la circolare, non costituiva un impedimento per gli enti che attingono a un fondo ad hoc, anche perche’ le risorse per le stabilizzazioni derivano dai tagli alla spesa per il personale flessibile. Quindi, a fronte di un’uscita maggiore su un versante si risparmia altrettanto sul fronte opposto. I conti, invece, non tornano per le amministrazioni che pagano la retribuzioni accessorie di tasca loro, prelevando dai loro bilanci. Qui il pericolo che si corre e’ una riduzione del trattamento accessorio, visto che con le stabilizzazioni aumentano le ‘teste’ ma non i fondi (la torta resterebbe la stessa). L’esecutivo sarebbe orientato a porre rimedio all’impasse, come esplicitamente dichiarato da Bongiorno in un’intervista rilasciata al Messaggero a meta’ luglio. Si tratterebbe di intervenire a livello normativo, superando il rango della circolare, e cosi’ evitando un blocco delle assunzioni o una riduzione dei salari integrativi.