Sono 46 i Centri per l’impiego presenti in Campania all’interno dei quali lavorano circa 600 persone, ex dipendenti delle Province. Numeri che necessitano di “un potenziamento” se si vuole far fronte alle necessità legate al reddito di cittadinanza, spiega all’Adnkronos l’assessore al Lavoro e alle Risorse umane della Regione Campania, Sonia Palmeri. La Regione Campania, ricorda Palmeri, “ha deciso di inserire negli organici della Giunta regionale gli ex dipendenti delle Province in modo da attuare quella governance della quale si sentiva l’esigenza, altrimenti non si potrebbe realizzare quell’unità d’intenti che ciascuna Regione vuole porre in essere. Noi lo abbiamo fatto a giugno di quest’anno e uno dei primi atti è stato quello che dispone la riapertura del Centro per l’impiego di Ischia, chiuso dal sisma di agosto 2017. Abbiamo messo a punto una serie di operazioni anche insieme al sindaco perché in un’isola di 65mila abitanti potesse tornare il presidio del lavoro”. Come Regione, prosegue Palmeri, “abbiamo stanziato 16,5 milioni di euro per provvedere a quella riorganizzazione alla quale il ministro è interessato e che tanto auspica. Sicuramente – aggiunge – stiamo aspettando un potenziamento da parte del ministro per migliorare l’erogazione dei servizi e per poter accogliere tutti quelli che hanno bisogno, anche se del reddito di cittadinanza non conosciamo ancora le caratteristiche precise. Finora ci siamo misurati con il Rei, il reddito d’inclusione, che ha già coinvolto 110mila nuclei”.
Secondo Palmeri “non bisogna vedere i Centri per l’impiego come enti che sfornano posti di lavoro, non è questa la loro mission, ma sono posti nei quali calibrare le opportunità delle singole persone. Nei Centri per l’impiego entra anche il giovane Neet, o il 15enne che non ha finito gli studi e che cerca una soluzione al suo dramma, perché altrimenti all’azienda non arriverà mai”. Con il reddito di cittadinanza “si prefigura un’onda di persone in arrivo nei Centri per l’impiego che andrà fronteggiata bene – ribadisce Palmeri – e per questo, nel documento che abbiamo presentato come Regioni al ministro, chiediamo il raddoppio del personale, ma anche che le assunzioni vengano fatte in maniera strutturale perché non possiamo creare altri bacini, aiuti per il superamento delle piante organiche e con l’Ict, le cui spese sono attualmente a nostro carico”. Infine “c’è il problema delle sedi, che abbiamo ereditato e che appartenevano alle ex Province o ai Comuni. Abbiamo sedi vecchie che vanno rimesse a posto e serve un supporto economico su questo”, conclude.